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Milano

10 giugno 2012



Aula Magna
Civico Liceo Linguistico A. Manzoni
Via Grazia Deledda, 11


Cultura civile e futuro dei diritti

In un momento di particolare delicatezza e difficoltà storica per l'economia italiana ed europea (ma senza dimenticare gli stessi problemi anche su scala mondiale), e in una fase storica in cui le classi politiche che si avvicendano al governo del Paese appaiono paralizzate da un bagaglio culturale non più capace di interpretare i problemi contemporanei, le stesse istituzioni di diritto pubblico sembrano richiedere decisi interventi di modernizzazione.

Senza rinunciare alla propria natura apolitica (e quindi aperta a tutti), la Compagnia del the non si sottrae tuttavia ad una ricognizione sul bruciante problema della necessità di definire nuove visioni politiche per affrontare sfide ingenti e inaudite, come quelle del tempo presente.

In un approccio tendenzialmente scientifico al problema — ma includendo anche le
espressioni artistiche e i collegamenti inconsueti nel consolidato stile della Compagnia del the — "Cultura civile e futuro dei diritti" si presenta come un evento dal taglio insolito fin dall'ubicazione degli ambienti prescelti.

Col vivo supporto del Preside del "Civico Liceo Linguistico A. Manzoni " di Milano Pino Polistena, co-organizzatore e pregiato relatore in seno all'evento, la Compagnia del the ha avuto infatti a disposizione il più ampio spazio dell'aula magna dell'istituto, e ha aperto le proprie porte anche ad altri gruppi di lavoro che hanno, a vario titolo, offerto sostegno all'iniziativa.


cartellone


Soci della Compagnia del the, e invitati appartenenti ad altri gruppi coinvolti nell'organizzazione dell'evento, affluiscono nell'aula magna del Civico Liceo Linguistico A. Manzoni. L'accoglienza è quella tipica della Compagnia. In quest'occasione sono offerti da "Arte & Professione del the" the verde cinese freddo aromatizzato al lychees e the oolong taiwanese ad alta ossidazione, pure servito freddo.

accoglienza

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Apertura di uno dei corridoi supplementari di accesso all'aula magna dell'istituto.
accoglienza

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Uno specifico gruppo di lavoro in seno alla Compagnia del the ha condotto uno studio preliminare sulla materia, utilizzato come introduzione ai successivi interventi. Ogni argomentazione parte dalla distorta percezione dell'idea di politica che sorge dai continui scandali per corruzione che si moltiplicano al tempo presente. Per riequilibrare questa idea così compromessa occorrerebbe ricondurre la materia alla sede propria del pensiero nell'antica Grecia, in cui la politica costituiva una declinazione della filosofia nella visione della vita e del mondo.
introduzione

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Non si può certo ignorare una complessità dell'azione politica (che è cosa diversa dal mero pensiero politico) che spinge quasi antropologicamente il "politico" a sviluppare atteggiamenti inclini alla mediazione e al compromesso. E, da qui, il passo verso vere e proprie degenerazioni del comportamento può essere facile e insidioso. L'essenza di una democrazia moderna può però porsi nell'esistenza di robusti anticorpi innestati nel sistema proprio contro questi "rischi epidemiologici".

introduzione

Si avverte tuttavia l'esigenza di affermare che la politica vera — quando esiste — è un lavoro stressante e faticoso. La buona politica deve dunque essere adeguatamente remunerata, se corrisponde a un lavoro costruttivo e produttivo realizzato con spirito di servizio.
introduzione

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Ma al di là di ogni singola contingenza, il vero problema del rinnovo della politica di oggi sembra essere di tipo culturale e generazionale. Nuove visioni della società civile appaiono ostacolate da vecchie classi dirigenti che intendono, più o meno apertamente, perpetuarsi al potere. E non è solo una questione anagrafica. Molti dirigenti politici, giovani solo di età, riproducono in realtà approcci e metodi del passato. Questo personale non può quindi considerarsi giovane nel senso migliore del termine.
introduzione

Ma come dovrebbero concretamente configurarsi nuove visioni del mondo e della società civile? L'approccio scientifico al problema seguito dalla Compagnia del the, insieme con la natura apolitica dell'associazione, impediscono di manifestare un vero e proprio orientamento che implichi una potenziale competitività politica. Un'idea di metodo viene comunque abbozzata al termine dell'intervento introduttivo.
introduzione

Lo studio della Compagnia del the suggerisce, in conclusione, una sorta di approccio "particellare". Le vecchie ideologie desideravano nella migliore delle ipotesi affrontare e risolvere gravi problemi che affliggevano le società civili di altre epoche. Quegli aggregati di idee avevano spesso delle componenti di pensiero di per sé valide, ma i sistemi complessivamente considerati non risultano più adatti a sostenere la sfida dei tempi al presente. L'ipotesi di un processo di disaggregazione delle componenti elementari del tradizionale pensiero politico ed economico e una successiva riaggregazione secondo nuove architetture di idee e un'aggiornata visione del mondo potrebbe costituire un contributo di metodo.
introduzione

Un indirizzo più concreto è fornito anche dal riferimento ad una visione mondiale dei problemi socio-economici, sia con riferimento al drastico accorciamento di distanze fra culture un tempo lontane e con rapporti decisamente ridotti sia guardando alla necessità che i fondamentali problemi della tutela ambientale e delle risorse energetiche siano considerati su scala planetaria in qualunque impostazione delle politiche nazionali.
presentazione

Terminato l'intervento introduttivo, arriva il momento di una lettura scenica eseguita da Sylvie Capelli ed Enrico Asti. Si tratta di una selezione di aforismi scritti da letterati e pensatori appartenuti ad epoche ben diverse da quella odierna; ma spesso anche a due o tre secoli di distanza la riflessione sul potere politico riesce a conservare una certa attualità.
aforismi

"Né coloro che amano la verità né coloro che amano la bellezza possono occuparsi di politica, poiché questa a sua volta non si occupa né della bellezza né della verità".
(BARBEY D'AUREVILLY, Le crachoir d'or)
aforismi

"Fingere di ignorare ciò che si sa benissimo, e di sapere ciò che si ignora; fingere di capire ciò che non si capisce, e di non capire ciò che si capisce assai bene; fingere di esser potenti al di là delle proprie forze; avere spesso da nascondere questo gran segreto, che non c'è nessun segreto da nascondere; sembrare profondi quando si è vuoti; darsi bene o male le arie di un personaggio importante; diffondere delle spie e stipendiare dei traditori; cercare di nobilitare la povertà dei mezzi con l'importanza dei fini: ecco cos'è la politica".
(BEAUMARCHAIS, Le mariage de Figaro, III, 5)
aforismi
"Il suffragio universale è così fatto, che per averlo s'è dovuto lottare e si dovrà lottare per conservarlo; ma poi ciascuno si secca di esercitarlo".
(DE BOISSIEU, De chute en chute)

"Un valente uomo di stato deve avere due qualità necessarie: la prudenza e l'imprudenza".
(BONGHI, Ritratto di Cavour)

"In politica è come a teatro: vi sono gli autori che scrivono le opere da recitarsi e non appaiono sul palco, e gli attori che le recitano pubblicamente e non le hanno scritte".
(DOSSI, Note azzurre)
aforismi

"Nelle crisi politiche l'uomo onesto è imbarazzato non già a fare il suo dovere, ma a capire qual è".
(DE BONALD, Pensées sur divers sujets)
aforismi

aforismi

A questo punto Raffaele d'Isa introduce una nuova lettura scenica, eseguita sempre dagli stessi attori. L'identità del testo letto e interpretato da Sylvie Capelli ed Enrico Asti è in realtà inizialmente taciuta al pubblico, e rivelata solo alla fine della performance. Si tratta della "Carta del Carnaro".

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Più correttamente nota come "Costituzione della Reggenza italiana del Carnaro", la Carta fu promulgata l'8 settembre 1920, quasi al termine dell'impresa fiumana di Gabriele d'Annunzio. Per gli aspetti tecnici più propriamente giuridici e politici, e per la generale impostazione dei principi socio-economici, la Carta del Carnaro è in realtà frutto della visione del sindacalista-rivoluzionario Alceste De Ambris. L'apporto di d'Annunzio fu per lo più di tipo stilistico-letterario, ma il poeta ebbe anche un peso sulla scelta di alcune grandi idealità poste a base della Carta.
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Il testo letto a due voci da Sylvie ed Enrico ha subìto appena qualche piccolo adattamento per esigenze sceniche, ed è in realtà una sintesi di alcuni degli articoli più interessanti della Carta, per l'avanzata visione di De Ambris dell'organizzazione economica della società e per il lirismo dannunziano con cui si affermano determinati diritti e libertà costituzionali, sorprendentemente inconsueto per un testo di diritto costituzionale.
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"Lo Stato (…) si studia di ricondurre i giorni e le opere verso quel senso di virtuosa gioia che deve rinnovare dal profondo il popolo finalmente affrancato da un regime uniforme di soggezioni e di menzogne".

"Le libertà fondamentali di pensiero , di stampa, di riunione e di associazione sono dagli statuti guarentite a tutti i cittadini.

Ogni culto religioso è ammesso, è rispettato e può edificare il suo tempio;

ma nessun cittadino invochi la sua credenza e i suoi riti per sottrarsi all'adempimento dei doveri prescritti dalla legge viva".
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Malgrado la natura effimera dello stato fiumano, e l'impronta velleitaria della Carta del Carnaro, sorprende che un testo così innovativo e avanzato per l'epoca in quanto a concezione del lavoro e a funzione sociale della proprietà non sia generalmente considerato fra i precedenti della Costituzione Repubblicana.
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"Tre sono le credenze religiose collocate sopra tutte le altre nella università dei Comuni giurati:

la vita è bella, e degna che severamente e magnificamente la viva l'uomo rifatto intiero dalla libertà;

l'uomo intiero è colui che sa ogni giorno inventare la sua propria virtù; per ogni giorno offrire ai suoi fratelli un nuovo dono".

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"DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA:

Per ogni gente di nobile origine la cultura è la più luminosa delle armi lunghe.

(…) La cultura è l'aroma contro le corruzioni. La cultura è la saldezza contro le deformazioni.

(…) Qui si forma l'uomo libero.

E qui si prepara il regno dello spirito, pur nello sforzo del lavoro e nell'acredine del traffico. Perciò lo Stato pone alla sommità delle sue leggi la cultura del popolo".
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L'art. LXIV esaltava invece la musica, considerata alla stregua di una istituzione religiosa e sociale, esaltatrice di ogni atto di vita. A tal fine si prevedeva la costituzione di una Rotonda capace di almeno 10.000 uditori, fornita di gradinate comode per il popolo, dove svolgere celebrazioni gratuite.
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Arriva il momento di Roberto Caracci. Con due distinte lauree in filosofia e lettere, R. Caracci è narratore, saggista, docente e animatore del Salotto Caracci, cenacolo letterario-filosofico che da più di vent'anni arricchisce di contenuti e dibattiti le serate dei martedì milanesi.

Introdotto da Fatima — Artista di Aperithé specializzata in cerimonia marocchina del the — Roberto interviene proprio sulle origini della politica nel pensiero dell'antica Grecia.
Roberto Caracci

Per sottolineare — a dispetto delle degenerazioni dell'epoca che corre — gli scopi alti della politica, Roberto Caracci evidenzia innanzitutto come il pensiero critico cominci nella storia a elaborare le prime idee politiche in seno a quella civiltà della polis greca in cui nacque l'idea di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, contro gli arbìtri del potere.
roberto_caracci

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Misteriosamente i greci elaborarono le prime idee alla base della nostra civiltà in tempi oscuri di imperatori divinizzati. Ma quanto ancora si dovette attendere, dopo di loro, la riemersione di un principio di legalità, perno proprio delle costituzioni democratiche moderne?
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Nel mondo greco, l’idea di costituzione (politeia) è fondata sulla nozione di legge
(nomos): è la legge a costituire il limite all’arbìtrio privato dei cittatini e all'arbitrio pubblico dello stato.
roberto_caracci



Seguendo un procedimento a lui caro, Roberto Caracci cerca di spiegare l'origine dell'idea di costituzione partendo proprio dall'etimo del termine politeia, che significa “costituzione", "regime", "governo”, indicando l’organizzazione politica di un'intera comunità. Ma politeia può anche significare “democrazia", "repubblica”, con riferimento a una determinata forma costituzionale; e significa inoltre "condizione di cittadino", “cittadinanza", "diritto di cittadinanza", "diritti politici”. La parola assume cioè valore sia collettivo sia individuale. Essa deriva da polis (città), e da polites (cittadino) e, sintetizzando la portata di entrambi i termini, esprime l’insieme delle funzioni e delle attività che i cittadini svolgono nell’ambito della città- stato greca.
Roberto Caracci

Il pensiero greco cercò abbastanza presto di classificare le forme di organizzazione del potere, giungendo a elaborare una divisione in tre tipi: monarchia, oligarchia, democrazia. Il criterio è dato, evidentemente, dal numero dei soggetti cui competono i diritti, cioè l’estensione della sovranità, rispettivamente: potere dell'uno, dei pochi e dei molti. Ma con una sottigliezza etimologica. Nei primi due termini il suffisso che deriva da arché indica il potere inteso come delega al sovrano o ad un ristretto numero di soggetti. Nel caso del popolo, lo stesso suffisso — ipotizzando "demarchia" — avrebbe indicato "il capo del popolo". Ecco perché acquista rilevanza il diverso suffisso kratos, che si riferisce alla sovranità: democrazia equivale a sovranità del popolo.
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Alcuni ritengono che già nella poesia di Solone si trovino tracce di questa tripartizione; ma la prima attestazione si trova in realtà in Pindaro, Pitica II, 86 ss., del 475 circa.
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Ma il confronto fra i tre tipi classici di costituzione non costituisce procedimento privo di complessità. Al semplice concetto di oligarchia (governo dei pochi) il pensiero greco (Erodoto) finisce col preferire l'aristocrazia ovvero il governo dei "migliori", gli áristoi.
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Anche per Platone l'aristocrazia costituisce il contraltare positivo dell'oligarchia, così come la monarchia è la declinazione in positivo della tirannide; ma la democrazia riveste per il fondatore dell'Accademia sempre un carattere negativo, in quanto facilmente degenerabile anch'essa in tirannide. I tipi di costituzione ammonterebbero quindi a cinque. Il ciclo degenerativo completo è per Platone: aristocrazia (governo dei migliori), timocrazia (governo dei pochi selezionati in base al ruolo sociale), oligarchia (governo di pochi selezionati sulla base della ricchezza), democrazia e infine tirannide.
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Il pensiero greco arriverà poi con Polibio anche a superare un rapporto rigido di rifiuto/accettazione dei classici modelli costituzionali. Si tratta del modello di costituzione mista, in cui si cerca di costruire un modello di sintesi cogliendo il meglio da ciascun tipo di costituzione. Notevole è l'implicazione di rivalutazione della democrazia.

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il modello di costituzione mista di Polibio è senz'altro Roma, che unisce elementi democratici (i comizi), oligarchici (il senato), monarchici (i consoli). L’idea della costituzione mista determina un superamento del dibattito sulla costituzione migliore. Se infatti ogni modello costituzionale ha in sé valori e limiti, solo il superamento delle contrapposizioni tra i diversi tipi permette una valorizzazione, per selezione, degli aspetti migliori di ciascuno.
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Roberto Caracci prolunga le ultime battute di un intervento che ha avuto il pregio di unire un indiscutibile rigore accanto a una godibile levità di discorso, spiegabile non solo con la lunga carriera di docente che lo studioso ha alle spalle, ma anche con un'innata capacità divulgativa che Roberto spende oggi in più di un contesto. Alle sue spalle incombono i preparativi per la pausa Aperithé. Un appuntamento di metà evento a cui i soci della Compagnia del the sono da tempo abituati.
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Fatima esibisce i the artigianali freddi con cui si apre l'Aperithé.
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Lungi dall'urtare con un evento dall'alto profilo civile, come quello in corso, l'Aperithé offre un momento di ristoro al pubblico. La cultura del the diventa così un motivo di momentaneo distacco dagli argomenti finora discussi. Ed è tutto un calarsi nelle proprietà di gusto e di abbinamento degli speciali the di eccellenza preparati e offerti da
"Arte & Professione del the".
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Ma il momento propizia anche una serie di curiosità di ritorno sugli interventi della prima parte, soprattutto con riferimento agli argomenti toccati da Roberto Caracci.
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Al momento della ripresa, Raffaele d'Isa introduce la personalità di Antonio Fiorella. Personaggio impegnato su più fronti, da quello letterario a quello artistico fino alla critica politologica della società contemporanea, Antonio Fiorella ha fondato un sito in cui pullulano numerosi fermenti. Fiorella è anche autore di un romanzo che, per le tematiche trattate e l'ambientazione, è stato scelto per farne oggetto di una lettura scenica proprio in questa occasione.
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Il romanzo "Testacoda" è ambientato negli anni '80 e ricostruisce tutto un insieme di umori tipico dell'epoca. Si avvertono però ancora degli echi provenienti dagli anni '70 in chi comunque ha vissuto quel decennio difficile e impegnativo. Legge Sylvie Capelli.
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In alcuni aspetti della sua cornice storica, il romanzo assuona con alcuni problemi dell'epoca moderna. Nell'immaginario degli anni '80, il "pericolo giallo" dell'invasione dei mercati di consumo occidentali era costituito dalla potenza economica giapponese. Gli stessi timori — se non anche fobie — si riproducono oggi nei confronti della Cina.
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Ma Testacoda si riconferma — in una scrittura duttilmente ironica e diretta — come uno spaccato a tutto tondo dell'epoca che rappresenta: politica e giornalismo, epigone del femminismo, ricerca di un senso nella vita attraverso l'arte, fuga nell'astrologia...
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La personalità di Antonio Fiorella si esprime in una maniera più ampia e completa osservando le sue iniziative quali, ad esempio, il sito Pro-vocazioni letterarie. Di gran rilievo è poi la recente iniziativa, condotta assieme a Fabio Battagion, del blog
"Nodoppioincarico", dedicato alla problematica dell'accumulo di cariche elettive e/o della contemporanea candidatura a più cariche elettive. Si tratta di un problema già affrontato in seno al "Gruppo Rispetto del mandato: esempi di cultura civile" attivo su FB e fondato da Pino Polistena.
rispetto del mandato


In questo momento dell'evento emergono le più significative motivazioni delle tematiche scelte e del luogo in cui l'incontro è stato organizzato. Antonio Fiorella, come pure il citato Fabio Battagion, aderiscono al "Gruppo Rispetto del mandato: esempi di cultura civile" — attivo su FB — che costituisce un singolare tipo di attivismo e di reazione alla crisi contemporanea della politica. Esso non si pone infatti sul piano della competizione politica, ma piuttosto su quello dell'analisi e dell'indagine politologica. Animatore di questo Gruppo — e infaticabile promotore di studi sulle corrette forme della politica — è Pino Polistena, alla cui persona la Compagnia del the ha dedicato questo evento.
Pino Polistena

Già docente da decenni di storia e filosofia negli istituti superiori italiani, Pino Polistena è in realtà un vero e proprio filosofo che ha dedicato buona parte della propria ricerca teorica al problema del tempo. Ma Pino si è anche distinto per un vivo impegno politico in prima persona, essendo stato dirigente nazionale dei Verdi in stagioni ormai lontane. Oggi Pino Polistena si divide tra gli impegni scolastici e amministrativi, come preside del Civico Liceo Linguistico A. Manzoni di Milano in cui resta anche docente per le materie di sua competenza, e la ricerca di un nuovo tipo di rapporto col problema politico. Non più direttamente coinvolto nella competizione partitica, l'approccio di Pino Polistena è oggi di tipo metodologico e scientifico in vista di un significativo contributo alla comprensione delle ragioni profonde della crisi, maturato più che altro sul fronte politologico.
Pino Polistena

Riproduciamo di seguito i contenuti dell'intervento di Pino Polistena con le sue stesse parole. La Compagnia del the ha inteso, fino a questo punto, creare il clima e il terreno per consentire a Pino — vero dedicatario di questo evento — di esprimere il suo personale punto di vista, che trova oggi un certo seguito nel "Gruppo Rispetto del mandato: esempi di cultura civile", sia attraverso contatti e dibattiti on line sia attraverso l'attività di un più ristretto (ma non meno rilevante) gruppo fisico attivo nell'area di Milano.
Pino Polistena

"Venti anni fa Ugo Stille mi propose di scrivere al Corriere per diffondere un'idea eretica consigliandomi di riparlarne in futuro. Sostenevo, da coordinatore dei Verdi, la necessità di distinguere il ruolo partitico da quello istituzionale, cioè di non consentire ai capi dei partiti la possibilità di ricoprire ruoli parlamentari e governativi. Ancora oggi non è chiara la mostruosità politica che consente alla stessa persona di cumulare un ruolo partitico, uno parlamentare e uno governativo perché non si comprende la differente natura di quelle funzioni".
Pino Polistena

"Si tratta di un grave ritardo della teoria politica. Naturalmente la riforma presuppone una «costituzionalizzazione» del partito che ne fissi i compiti distinguendolo dalle istituzioni elettive. Una legge sui partiti fu bloccata, in costituente. Oggi sarebbe la riforma fondamentale perché le altre, per quanto importanti, non potrebbero modificare il sistema che si alimenta attraverso la patologica forma-partito. Se eliminassimo tutti i privilegi che Stella e Rizzo hanno denunciato, i partiti ne produrrebbero altri nel giro di un anno (referendum sul finanziamento docet)".
Pino Polistena

"L'azione riformatrice della forma-partito fu affossata dagli stessi Verdi che l'avevano proposta e oggi non risulta in alcuna agenda politica. E allora bisogna mettere in guardia gli italiani: senza quella riforma l'attuale sistema non potrà cambiare. Sul Corriere Michele Ainis ha toccato alcuni di questi temi appellandosi alla «fantasia costituzionale» di cui oggi avremmo disperato bisogno. In effetti lasciare che alcuni occupino a vita le istituzioni in virtù del loro controllo su organi giuridicamente clandestini come i partiti, significa attivare un meccanismo che permanentemente genera «casta»".
Pino Polistena

"Se questi argomenti appaiono troppo teorici si guardino i risultati: l'Italia presenta il livello maggiore di professionismo politico in Europa con presenze in Parlamento da oltre un trentennio; ma quali sono stati i vantaggi per il Paese? Oggi i politici hanno dovuto lasciare il campo a persone nuove che governano con maggiore consenso dei cittadini nonostante i sacrifici. Non è un fallimento questo?"
Pino Polistena

"Alcuni non professionisti, come Ciampi e Monti, lasceranno una traccia maggiore sulla vita italiana di tanti altri abbarbicati per decenni al Parlamento. Ritornare alla vita civile dopo alcun tempo passato nelle istituzioni, adottare il sorteggio tra competenti per le 90 mila nomine negli enti, praticare i limiti dei mandati e specialmente il «rispetto del mandato» per contrastare chi abbandona il mandato elettivo quando si profila un'elezione più appetibile. Ecco cosa servirebbe. Ma non illudiamoci: le riforme non verranno dai politici di professione; l'unica strada è quella di un' organizzazione di cittadini che le studi, le approfondisca, le invochi".
Pino Polistena

Pino Polistena

Pino Polistena

Con questa conclusione, le domande dei presenti a Pino Polistena fanno lentamente scivolare il suo intervento in un dibattito aperto. Alle spalle del relatore fervono tuttavia i preparativi per la cerimonia conclusiva del the.
Pino Polistena

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Ingresso in sala di Sylvie e Fatima per un'infusione programmata di "fiori di the" a lavorazione artistica.
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Il the da infondere si presenta alla vista come una sorta di "pallottola" molto serrata. In 7-8 minuti le foglie, sapientemente legate fra loro, si dipaneranno lasciando schiudere un fiore costruito artigianalemte con petali esclusivamente a scopo estetico. In the non è infatti aromatizzato, ma rilascia un raffinato sentore erbaceo appena fruttato.
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Pino Polistena si concede un momento di piena partecipazione alla cerimonia del the a lui dedicata.
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La curiosità suscitata dalla singolare cerimonia del the prescelta per l'occasione (ma dopotutto non nuova negli eventi della Compagnia del the) è soddisfatta da alcune spiegazioni fornite da Raffaele d'Isa, circa il tipo di the, le modalità di infusione e, più in generale, le proprietà chimiche dei the verdi (categoria a cui appartiene il the infuso per l'occasione).
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Il suggestivo aspetto dei "fiori di the" completamente aperti viene fatto risaltare trasferendo il complesso delle foglie a fine infusione in adeguati bicchieri contenenti acqua fredda, nei quali la contemplazione può proseguire per il piacere di tutti i presenti.
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Come di consueto al termine di ogni evento della Compagnia del the, il riaccendersi della convivialità si accompagna ad appassionati ritorni sugli argomenti che hanno dato contenuto all'incontro, coinvolgendo ancora gli autori dei diversi interventi.
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