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Milano

13 maggio 2012



Fascinazione del gatto


dulcinea

Apparentemente lontano dalle più consuete tematiche precedentemente affrontate dalla Compagnia del the, questo evento racchiude in realtà argomenti e contenuti che hanno un'intima connessione con svariati interventi e approfondimenti apprezzati in più occasioni dai soci in passato: dalla mitologia alla narrativa, dalla simbologia dell'arte alla poesia.

Ma la "fascinazione del gatto" non è stata trattata esclusivamente sotto un profilo culturale. Nel corso dell'evento sono emersi anche motivi contingenti e precisi che hanno finito col dare a questo incontro un singolare carattere di partecipazione.







Immmagini feline corredano ogni angolo della sala, e danno addirittura il benvenuto ai soci fin dalla porta esterna di accesso.
accoglienza

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Si possono notare sulla tavola degli speciali biscotti realizzati dagli Artisti di Aperithé, tutti effigiati con motivi riconducenti al gatto.
accoglienza


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I soci affluiscono in sala e cominciano a degustare i the caldi e freddi realizzati da "Arte & Professione del the ".
accoglienza

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Tutto ha inizio calandosi immediatamente nel mondo dei gatti. Sylvie Capelli dà l'attacco leggendo la gustosa introduzione al libro "Gatti di potere" di Marina Alberghini. Ecco alcune battute pronunciate da Sylvie:
"Machiavelli aveva sicuramente un gatto. Solo un gatto avrebbe infatti potuto suggerirgli la frase che fece la sua fortuna: “Il fine giustifica i mezzi”. E certamente ce l’ha, o l’ha avuto, Giulio Andreotti, perché il suo famoso “Il potere logora chi non ce l’ha” non può essergli stato dettato che dal suo gatto… che tra sé avrà anche aggiunto: “Il potere non logora il gatto!"
Sylvie Capelli

pubblico

Sylvie Capelli

sylvie

sylvie



Subito dopo Raffaele d'Isa propone un profilo storico che parte dalle origini del rapporto uomo-gatto, per arrivare poi alla consacrazione del gatto nelle grandi mitografie egiziane fino al successivo capovolgimento di valori dell'età medievale.
Raffaele d'Isa



L'alleanza tra uomo e gatto ha con tutta probabilità origine in epoche remote per un calcolo di reciproca convenienza. Le prime popolazioni stanziali della storia vivevano il problema della salvaguardia delle riserve alimentari esposte al rischio di infestazione da parte di piccoli roditori. E l'esempio più importante è offerto dai più grandi e leggendari granai dell'antichità: quelli della civiltà egizia.

Raffaele d'Isa

pubblico



Il gatto dava quindi la vita, assicurando all'uomo l'integrità delle scorte alimentari. Il passaggio da qui ad una sacralizzazione dell'animale diventa facilmente spiegabile. La divinità egizia più direttamente collegata al gatto era la dea Bastet.
Raffaele d'Isa

Raffaele d'Isa



Ma diverse altre erano le divinità feline, a partire dalla sorella alter-ego di Bastet, la dea-leonessa Sekhmet, fino alla dea-ghepardo Mafdet e al dio-leone Mihos.
Raffaele d'Isa

pubblico

pubblico



Anche soffermarsi sulla circostanza che gli egizi estendevano i propri riti funebri ai gatti è stata occasione di grande suggestione.
Raffaele d'Isa



Da culto solare, alle origini della civiltà egizia, la divinità felina viene in periodo tolemaico associata alla notte, e Bastet viene dunque confusa o accostata alle più importanti divinità di quell'epoca collegate alla notte e alla luna. Inizia la fase "notturna" della mitologia del gatto, visto sempre più quale entità veggente.
Raffaele d'Isa



E sarà proprio questa dimensione notturna del gatto ad essere tramandata all'età medievale. La necessità di rimuovere ogni riferimento a divinità non più ammesse in un'Europa cristianizzata determinerà, tuttavia, un capovolgimento in negativo del gatto quale spirito notturno, in particolare a carico del gatto nero.
Raffaele d'Isa

Raffaele d'Isa



Se la demonizzazione del gatto è per fortuna un ricordo lontano, diversi pregiudizi più o meno scherzosi che alimentano tanta aneddotica dei nostri giorni costituiscono tuttavia una bizzarra eredità dei secoli bui del medioevo.
Raffaele d'Isa

Raffaele d'Isa



Al termine di questa parentesi "leggera", Raffaele d'Isa propone la sua personale interpretazione dei motivi che si possono porre a base della "fascinazione del gatto": "Questo animale riesce a saturarsi di una carica ieratica e solenne ma, al tempo stesso, riesce anche ad essere talvolta inspiegabilmente buffo e perfino pasticcione. È proprio nel misterioso punto di equilibrio fra queste due diverse declinazioni della propria natura che il gatto sprigiona tutto il suo irresistibile fascino e le sue ineguagliabili qualità di compagno di vita".


A questo punto intervengono a due voci Enrico Asti e Sylvie Capelli per la lettura di una poesia tratta da "Il libro dei gatti tuttofare" di Thomas Stearns Eliot. Il suo titolo è "Il nome dei gatti" ("The naming of the cats").
Eliot



Sul filo dell'idea di mistero associato al gatto la poesia di Eliot afferma, al di là dei toni scherzosi, una sorta di "misteriosofia" del nome dei gatti quando dice: "Quando vedete un gatto in profonda meditazione / La ragione, io vi dico, è sempre la stessa: / La sua mente è perduta in estatica contemplazione / Del pensiero, del pensiero, del pensiero del suo nome: / Del suo ineffabile effabile / Effineffabile / Profondo e inscrutabile unico Nome".
Eliot



E... analogicamente, a sguardi concentrati si alternano sguardi perduti e assorti altrove.
pubblico



Arriva il momento di Roberto Caracci. Il critico e scrittore, già relatore in svariati eventi trascorsi, presenta una lettura di propri racconti ispirati al gatto. Sgorga quindi tutta un'aneddotica che declina rapidamente in chiave ironica per un gustoso uso che il narratore riesce a fare del paradosso.
Roberto Caracci

pubblico



Ma la vera carica dell'intervento di Roberto deriva dall'inattesa verve cabarettistica con la quale l'autore ha valorizzato la lettura dei propri racconti. Da questo momento in poi è possibile ascoltare direttamente la voce di Roberto cliccando sui video che lo scrittore ha realizzato, in separata sede, di ciascuna delle "Sette postille sul gatto", incorporati in questa pagina.
Roberto Caracci

pubblico



POSTILLA 1: HO ATTRAVERSATO LA STRADA A UN GATTO NERO.



pubblico



POSTILLA 2: QUANDO PORTAI IL GATTO A YOGA.


POSTILLA 3: IL GATTINO OSPITE.

Roberto Caracci

pubblico



 POSTILLA 4: QUELLO CHE INVIDIO AI GATTI.


POSTILLA 5: IL MATRIMONIO CON LO SPAZIO.


pubblico




POSTILLA 6: FARE PACE COI GATTI E CON LE DONNE.

POSTILLA7: HO CAPITO MEGLIO LA DONNA .


Dopo lo show letterario di Roberto Caracci, si arriva all'Aperithé. La scelta dei cibi e degli abbinamenti non è mai, in questa fase di ogni evento, lasciata al caso; ma è sempre preceduta da uno studio di contesto e dall'inserimento di sottili giochi analogici. E, in questa occasione, ciò è vero una volta in più. I piatti proposti alludono spesso con ironia a diverse espressioni di cibo per gatti: dai "croccantini" alla carne macinata.
Aperithé



Alcune delle proposte gastronomiche degli Artisti di Aperithé: carne trita con pomodori cuore di bue e spezie
, fegatini e cuori di pollo aromatizzati al cognac, insalata di riso con tonno, cereali bianchi e scuri che imitano croccantini per gatti. Il tutto annaffiato con the freddi preparati da "Arte & Professione del the ".
Aperithé

Aperithé



E, sul fronte del dolce, due vassoi di biscotti effigiati con glasse raffiguranti motivi di gatto fanno il loro giusto effetto conclusivo. Su di un tipo di biscotto è raffigurata una lisca di pesce. Sul secondo tipo si osserva invece un gatto che tiene nella zampa una lisca di pesce.
Aperithé

Aperithé

Aperithé

Aperithé



Una nuova performance suscita, al termine dell'Aperithé, l'attenzione del pubblico. Tra i riferimenti letterari è adesso il turno della poesia di Baudelaire, che proprio in "Les fleurs du mal" tocca la materia del gatto. Enrico Asti fa precedere la lettura da una presentazione dell'autore.
Baudelaire



La lettura è eseguita a due voci: Enrico Asti per l'italiano e Sylvie Capelli per il francese. Baudelaire

Baudelaire



Tradotte proprio per l'occasione da Paola Magi (presente tra il pubblico), le poesie lette sono state: XXXIV – Il gatto, LI – Il Gatto e LXVI – I gatti.
Baudelaire

Baudelaire

Baudelaire

Baudelaire



Al termine della performance, Raffaele d'Isa introduce l'intervento di Paola Magi. Docente di storia dell'arte in istituti superiori di area milanese, Paola ha fornito un notevole contributo a questo evento. Da appassionata di letteratura francese, e cultrice di Baudelaire, ha innanzitutto tradotto in italiano le poesie che sono state appena lette. Ma l'intervento che la vede adesso apparire in prima persona costituisce un'ambiziosa sintesi di storia dell'arte figurativa e plastica che è proliferata intorno al motivo del gatto dall'antichità fino ad oggi.
Paola Magi



Questo intervento, di cui la Compagnia del the è grata a Paola Magi, è stato effettuato con professionalità e completezza, ma anche con notevole piacevolezza. Paola ha illustrato diverse opere pittoriche e plastiche utilizzando delle diapositive. È possibile di seguito osservare le immagini dell'intervento di Paola. Per leggere il contenuto integrale dell'intervento dell'esperta, e per osservare tutte le immagini a supporto del discorso di Paola, si rinvia invece ad un link dedicato espressamente a questo prezioso contributo.
Paola Magi

Paola Magi

pubblico


Di seguito solo alcuni esempi delle opere d'arte commentate da Paola Magi.
Paola Magi

Paola Magi

pubblico



Rinviando la visione di tutte le opere illustrate da Paola al suo link dedicato, mostriamo qui la conclusione dell'intervento della studiosa, che ha visto la presentazione di due piccole sculture di provenienza piuttosto particolare.
Paola Magi

Paola Magi



La piccola scultura bianca (in terracotta smaltata) è stata realizzata dal poeta Franco Loi. L'altra scultura è invece di una giovanissima artista: Margherita Pezzella, figlia di Paola.
Paola Magi

Paola Magi

pubblico

Cerimonia del the



Brillano intanto i vasi di infusione già portati in sala durante le ultime battute di Paola Magi. Si approssima il momento della cerimonia dedicata del the.
Cerimonia del the



È a questo punto che viene in evidenza anche una particolare intenzione legata ai contenuti e soprattutto al momento in cui sono caduti i preparativi e la realizzazione di questo evento.
Cerimonia del the



Raffaele d'Isa pone in infusione tre cuoricini di the pressato del tipo pu 'ehr, proveniente dalla regione cinese himalayana dello Yunnan. Questa particolare versione di pu 'ehr è, per l'occasione, profumata ai petali di rosa. Dedicataria speciale di questa cerimonia è Dulcinea, scomparsa appena pochi giorni prima dell'evento, che per anni ha diviso la propria vita con Sylvie e Raffaele e che è ben nota a tutti i soci della Compagnia del the.
Dulcinea



Mentre, accompagnate da musica, immagini di Dulcinea scorrono sullo sfondo, l'infusione si compie.
Cerimonia del the



Al pubblico viene proposto l'esame delle foglie infuse e la degustazione olfattiva del the per aspirazione diretta dal vaso di infusione.

Cerimonia del the

Cerimonia del the



Il servizio del the.
Cerimonia del the


La degustazione di questa singolare tipologia di pu 'ehr suscita notevole curiosità. E così l'iniziativa di dare qualche spiegazione di tipo tecnico sul the prescelto per la cerimonia fornisce il diversivo per superare più di un momento di commozione.
Cerimonia del the



Dai tipici sentori di terra e muschio, questo pu 'ehr di tipo shu possiede una naturale dolcezza e una quasi totale assenza di caffeina che lo rende molto adatto anche al consumo serale. La profumazione ai petali di rosa, presente in questo caso, aggiunge una nota ancora più accattivante, sobria ma decisa. Un sentore che lenisce e che persiste, mentre le spiegazioni merceologiche e geografiche sfumano lentamente verso un prolungato commiato fra i presenti.
Cerimonia del the

Cerimonia del the














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