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Fervono i preparativi nel pomeriggio prima delle 18:00. Nelle
immagini che seguono, l'allestimento della sala con la presenza
del nuovo staff di supporto tecnico: la fotografa Cristina e i
video operatori Nicolas e Asja.
Nicolas e Asja Redolfi
Tezzat, rispettivamente alla regia + camera mobile, e alla
camera fissa.
Cristina
Franzoni, la nuova fotografa della Compagnia del
the.
Gli attori si rilassano prima della performance. Da sinistra a
destra: Sylvie Capelli,
Cinzia Virardi e
Tiziano
Bertrand.
Sound check con il Chapman Stick. Raffaele d'Isa
ha scritto i testi della performance con cui si apre l'evento,
ed eseguirà le musiche di accompagnamento.
Mu (in alto) e Theina (in basso), addette durante tutta la
serata alla pet therapy in sala.
Con tutto il Team della Compagnia del the già in sala alle
prese con i preparativi, alle 18:00 inizia puntualmente
l'accoglienza dei soci.
Sequenza di ingresso di nuovi soci con le mani occupate da una
tazzina di the "milk oolong" e dalla lettera di benvenuto della
Compagnia del the.
La sala si riempie mentre i soci prendono posto. L'evento avrà
inizio con una lettura scenica senza altri preamboli.
Ma il rito del "the di benvenuto" e l'atmosfera festosa danno
anche a questo breve spazio di tempo un'intensa carica di
socializzazione.
Fa il suo ingresso in sala lo special guest della serata, Alberto Oliva.
Il regista teatrale è subito dopo fotografato con Roberto Caracci.
Fra le mani di Roberto spicca l'autobiografia di Alberto
"L'odore del legno e la fatica dei passi".
Nessuno in sala (oltre il Team che ha lavorato a questo
progetto) ha ben chiaro cosa stia per accadere a questo punto.
La Compagnia del the ha infatti "estratto" un testo originale
dal libro di Alberto Oliva, scritto e organizzato come un vero
e proprio copione teatrale; e sta per avere inizio la lettura
scenica in cui consiste questa parziale rivisitazione della
vita e del pensiero di Alberto. Per chi volesse godersi lo
spettacolo senza altre anticipazioni — proprio come il
pubblico in sala il giorno dell'evento — è possibile
cliccare sull'immagine seguente.
Organizzata in tre scene, "Per una libbra di carne in più" ha
inizio con un Alberto Oliva (interpretato da Tiziano Bertrand)
che dorme un sonno disturbato da incubi, con accompagnamento
musicale di Chapman Stick.
Tra sogno e realtà gli appare un misterioso personaggio, che si
rivelerà essere un Vecchio Critico: V.C., colui che ha
stroncato la regia di Alberto in un recente spettacolo
teatrale.
Ha quindi inizio un confronto fra l'inizialmente misterioso
V.C. e il regista emergente Alberto Oliva. In questa fase della
performance emergono i motivi di attrito fra le istanze di un
nuovo modo di intendere il teatro e il conservatorismo di una
certa critica ben insediata nei centri di potere culturale.
Alberto Oliva difende senza il minimo indugio le sue scelte
artistiche, ma il primo atto si avvia a conclusione con una
stizzita reazione di V.C. che tronca bruscamente la
conversazione lanciando addirittura una maledizione sul giovane
regista.
Rimasto solo, Alberto Oliva accusa un forte e persistente
dolore al lato sinistro del torace e, allarmato per la
situazione, si affretterà a chiamare poco dopo il suo medico,
scoprendo intanto anche un gonfiore intercostale. Si conclude
così la prima scena.
All'apertura della seconda scena, è trascorso circa un mese
dalla vicenda appena rappresentata. Alberto è sempre dolorante
e, dopo una serie di esami medici che non hanno dato chiaro
esito, viene adesso ricevuto da una coppia di dottoresse: Laura
Curomale e Silvana Nonguarisci.
La visita che segue risulta decisamente poco ortodossa. Oltre
ad assistere a un'esilarante divergenza-convergenza di opinioni
fra le due dottoresse, Alberto dovrà sottostare a sconcertanti
trattamenti medico-chirurgici.
Drammatizzazione musicale di una chirurgia decisamente
alternativa.
A conclusione della seconda scena il "giovane Oliva" viene
lasciato a meditare sulle sue sorti dopo l'incredibile
trattamento sanitario appena ricevuto, prima di scivolare in un
sonno ristoratore su sottofondo musicale.
Dopo qualche ora — è così che ha intanto inizio la terza
scena — qualcuno bussa alla porta della stanza
ospedaliera di Alberto Oliva. Un nuovo visitatore desidera
parlare col giovane regista.
Sebbene di aspetto fisico alquanto diverso dalla sua prima
apparizione — pur vestendo gli stessi abiti — si
tratta ancora di V.C., il Vecchio Critico avverso ad Alberto
Oliva.
Quando Alberto fa per chiedere spiegazioni su questo cambio di
sembianze, V.C. spiega prontamente che quella dei Vecchi
Critici è un'entità collettiva. Non ha quindi importanza che si
manifesti l'uno o l'altro di questo collettivo, essendo i
singoli individui perfettamente intercambiabili.
Riprendendo spunti dialettici già espressi nella prima scena,
il confronto fra l'Oliva-pensiero e la posizione del Vecchio
Critico è qui ampliato e meglio sviscerato. Emerge inoltre che
tutto il disagio fisico patito da Alberto nel corso della sua
disavventura ospedaliera è dipeso dalla maledizione lanciatagli
proprio dal collettivo dei Vecchi Critici.
Sebbene tratteggiato in modo alquanto grottesco, il personaggio
del Vecchio Critico riesce a manifestare una certa abilità
dialettica e sembra anche mettere in più di un'occasione in
difficoltà il giovane regista. Ma Alberto, fermo sui propri
principi, resta sempre pronto a difendersi e a passare anzi al
contrattacco con il suo stile asciutto e diretto; fino ad aver
infine ragione di V.C..
Tra gli applausi del pubblico, il Vecchio Critico dismette i
suoi panni per tornare Sylvie.
Gli applausi del pubblico sono tributati a tutti gli attori.
Come non sottolineare infatti la versatilità e la fatica della
doppia interpretazione V.C./dottoresse da parte di Cinzia
Virardi e Sylvie Capelli. Ma Raffaele d'Isa — autore del
testo e delle musiche — formula un ringraziamento
speciale a Tiziano Bertrand, che ha sentito tutto il peso della
responsabilità di interpretare il ruolo di Alberto Oliva
davanti... al diretto interessato!
Analogamente a simili progetti realizzati in recenti stagioni,
Raffaele ci tiene anche a precisare che la Compagnia del the ha
prodotto uno spettacolo del tutto ispirato al libro "L'odore
del legno e la fatica dei passi" di Alberto Oliva. Il testo che
ha costituito il copione della performance è stato tuttavia da
lui scritto in piena libertà e non senza importanti licenze
rispetto ad alcuni fatti biografici contenuti nel libro. Nel
totale rispetto del pensiero artistico dell'autore, lo spirito
dell'intero progetto resta però quello di valorizzare l'opera
alla quale ci si è ispirati, rendendo così omaggio allo special
guest della serata, lo stesso Alberto.
Subito dopo questa sorta di postfazione allo spettacolo,
Raffaele chiama Roberto Caracci. Come di consueto, il fondatore
dell'omonimo storico salotto milanese prende la parola per
esercitare il suo mestiere di critico, anche se... oggetto dei
suoi rilievi critici è in questa occasione un libro biografico
che verte in gran parte proprio sui rapporti fra artisti
emergenti e critica consolidata. Per rivivere quel momento,
basta cliccare sull'immagine seguente.
Con arguzia — e non senza una buona dose di ironia
— Roberto ripercorre i capitoli del libro per mettere
progressivamente l'accento, attraverso spunti biografici
dell'autore ed espressioni del suo pensiero, sul sempre vivo
rapporto storico fra nuovi e vecchi intellettuali.
Evidenti segni di approvazione nel pubblico.
La storia in fondo si ripete in quegli atteggiamenti che
possono oscillare fra il passaggio di consegne, la cooptazione,
l'invidia o il rifiuto, in corrispondenza di tutti i
contrastanti sentimenti che passano fra autori ormai
consolidati nella propria posizione e le nuove leve della
creatività artistica e intellettuale.
Al termine dell'intervento di Roberto, Raffaele d'Isa introduce
finalmente lo special guest Alberto Oliva, per ascoltare dalla
sua voce tutte le impressioni suscitate da questo spettacolo
ideato e realizzato tutto intorno a lui. Anche in questo caso è
possibile guardare innanzitutto il video dedicato a questo
momento.
In realtà Alberto, visibilmente emozionato, preferisce
ricollegarsi subito a un aneddoto del libro a cui lo stesso
Roberto Caracci aveva fatto cenno. Si tratta del suo incontro
con Vittorio Sgarbi. Ed è così che inizia l'autolettura del
regista.
Preso alla sprovvista nell'essersi appena osservato — da
regista — come protagonista di un testo e una performance
a lui dedicati, Alberto non aggiunge al momento altre
considerazioni. Riprenderà però in seguito la parola.
Preceduta da alcune specifiche sui the freddi in abbinamento
preparati da Raffaele, incombe adesso la cena. Le portate
vengono collocate una alla volta sul tavolo in sala, e alla
fine è la stessa Sylvie a illustrare i singoli piatti.
Ci si può divertire a trovare la corrispondenza fra i piatti
nelle immagini e il menu presentato in testa a questa pagina.
Tutti i piatti sono stati cucinati da Sylvie Capelli
coerentemente con la sua ricerca gastronomica e con il tema di
questo evento: la persona di Alberto Oliva con le sue
preferenze in fatto di gusto e le sue origini napoletane.
La pasta al forno con zucchine, uno dei piatti preferiti di
Alberto Oliva.
E la salsiccia con friarielli, piatto della tradizione
napoletana, sempre in onore di Alberto per le sue origini
partenopee.
Altro piatto forte della cucina napoletana: il "gattò di
patate", letteralmente volatilizzatosi nel giro di pochi
minuti. Una pregiata qualità di salame è nascosto sotto la
crosta dorata, dentro un soffice e gustoso impasto di patate
(tutti gli ingredienti sono indicati in menu).
A un segnale convenuto inizia l'assalto dei soci alla tavola
imbandita...
Socialità che scaturisce dalla convivialità.
Un improvviso cambio di atmosfera musicale sembra segnalare
qualcosa. Iniziano operazioni preliminari alla cerimonia del
the dedicata ad Alberto Oliva. Qui di seguito l'accesso
immediato al video della cerimonia.
Ingresso in sala dell'"altare del the".
Un sobrio co-sacerdote fa il suo ingresso in sala facendo
fumigare aromi di carta di Eritrea.
Ha inizio la vera e propria cerimonia.
Scambi termici d'acqua fra bollitore, teiera e vaso di
infusione.
Due assorte co-celebranti con ancora addosso gli abiti di
scena.
Mentre Raffaele d'Isa estrae il the "Golden Yunnan" dallo
speciale involucro in cui le foglie sono custodite, Tiziano
Bertrand effonde effluvi di carta di Eritrea svolgendo le sue
funzioni co-sacerdotali.
Verificata la corretta temperatura, il the è posto in
infusione.
Ostensione del vaso di infusione.
Iniziazione di neo-sacerdotessa al culto liquido del the.
Sylvie Capelli, co-celebrante di lungo corso, stabilisce un
contatto col vaso di infusione; e trasmette così la dovuta
consapevolezza alla neo-celebrante Cinzia Virardi.
Nuova ostensione del vaso di infusione.
Spillatura del the con travaso filtrato dal vaso di infusione
alla teiera.
Con meditati gesti, Sylvie predispone il servizio del the.
Il pubblico in sala è pronto alla degustazione del "Golden
Yunnan". Questo the rosso (impropriamente definito "nero" in
occidente) è un tipico prodotto di eccellenza della regione
himalayana cinese dello Yunnan. Povero di teina, e naturalmente
dolce, questo the si caratterizza per una gentile nota "pepata"
che sorprende durante il sorso.
Mentre il the viene sorbito in sala, Raffaele chiama
all'"altare del the" Alberto Oliva. Al regista, dedicatario di
questo evento, sono consegnate le credenziali del the;
onorificenza che la Compagnia rilascia a ben pochi dei suoi
ospiti.
"Tu trovi scuro e forte questo
the?
No, lui addolcisce
tutta la
serata,
fino ad accorgerti
che dentro
c'è
per te una nota
finale pepata."
In un applauso liberatorio si condensa tutta l'emozione
sprigionatasi nel corso della serata.
Prende infine la parola lo stesso Alberto Oliva, che esprime
innanzitutto la sua riconoscenza per lo spettacolo di questa
serata che lo ha visto al centro delle attenzioni della
Compagnia del the. Approfittando anche della presenza del
fondatore del Salotto Caracci (artefice di un intervento
proprio a lui dedicato), Alberto spende qualche parola anche a
proposito del suo progetto di individuazione e valorizzazione
delle cosiddette "Anime Nascoste"
di Milano: un insieme di eterogenee iniziative di indiscusso
interesse, fra arte, cultura, somministrazione ed esercizi
commerciali lungimiranti, che Alberto ambisce a costituire in
vera e propria rete di sistema.
E il loquace ed entusiasta Alberto si concede un momento
enigmaticamente assorto, al termine di una serata ricca di
soprese e gravida di impegnativi propositi per il futuro
culturale di Milano.
Tutti
coloro che partecipano ai nostri eventi danno con ciò il
proprio consenso alla diffusione della propria immagine
eventualmente inclusa in fotografie e/o videoregistrazioni
effettuate nell'occasione.
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