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Fantasmi all'opera

Fantasmi all'opera


"Fantasmi all'opera — L'imperiosa realtà dell'illusione" — è il saggio di Carla Stroppa che ha ispirato questo singolare evento della Compagnia del the. Il libro si snoda con rigore e, al tempo stesso, levità fra psicanalisi, citazioni letterarie, rimandi filosofici e la straordinaria sensibilità e umanità dell'autrice nel recuperare alcuni illuminanti casi incontrati nella sua vita professionale. Dentro "Fantasmi all'opera" c'è più di un segreto per comprendere le vere ragioni della direzione della propria vita. E c'è l'ispiraziome che ha suggerito la realizzazione di ciò che è accaduto domenica 6 aprile 2014!

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Dopo il 6 aprile 2014, "Fantasmi all'opera" è diventato anche il titolo di una rappresentazione teatrale prodotta dalla Compagnia del the e liberamente ispirata all'omonimo saggio di Carla Stroppa. È con questa iniziativa che l'associazione ha voluto manifestare il proprio apprezzamento per il libro di Carla, ed è proprio "sollevando il sipario" che avrà inizio il pomeriggio. Ma alle ore 16:00 questo non lo sanno ancora i soci della Compagnia del the che affluiscono in sala, ciascuno accolto da una tazza di profumato the.
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Dalle adesioni pervenute, molti fra i presenti sembrano infatti convinti di essere in procinto di assistere a una presentazione di tipo canonico del libro di Carla Stroppa.
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Mentre il pubblico viene invitato a prendere posto, gli attori sono alle prese con i preparativi ben nascosti dietro le quinte. Cresce un senso di attesa nell'atmosfera della sala ed è solo, poco dopo, l'apparizione di Sylvie a fornire qualche indicazione su come andrà svolgendosi il pomeriggio.
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Sylvie approfitta anche per illustrare brevemente le caratteristiche della Compagnia del the al pubblico. Oltre ai soci è presente infatti in sala anche una delegazione accreditata insieme all'editore Moretti & Vitali, che ha curato la pubblicazione di "Fantasmi all'opera". Dietro di lei si sistema intanto Raffaele, che fa il suo ingresso in sala in compagnia di un nuovo strumento musicale.
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L'opera che ha adesso inizio è liberamente ispirata a un episodio raccontato nel libro. Si tratta di un caso professionale affrontato qualche anno prima da Carla Stroppa in un rapporto di terapia con una sua paziente.
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Il testo scritto e messo in scena dalla Compagnia del the è tuttavia un'opera originale che si sviluppa piuttosto autonomamente, e anche con qualche arbitrio, rispetto alla fonte del libro. Resta intatta una genuina ispirazione al clima del saggio, con il rispetto delle idee che hanno guidato l'autrice. Si tratta insomma di una sfida di gradimento lanciata a Carla Stroppa che, ignara di tutto, è presente in sala.
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Un'intensa immagine di Lorenzo Marangon.
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La "ragazza", il "fantasma" e la "dottoressa" sono i tre personaggi della pièce teatrale, ma in questa prima scena sono solo la "ragazza" e il "fantasma" a interagire fra loro. Il personaggio del "fantasma" allude in realtà alla personificazione di alcuni complessi che limitano e irrigidiscono la personalità della "ragazza" in un rapporto di deleterio alter ego. Ecco perché i due personaggi recitano parte di questa scena in una posizione "double face", schiena contro schiena.
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Ed è Lucrezia Ferme a dare anima e voce all'inconsapevolmente tormentato personaggio della "ragazza".
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Grande allegoria degli autoinganni personali che la psiche è in grado di montare, la schermaglia fra la "ragazza" e il suo "fantasma" oscilla tra effetti ironici e tragedia dell'illusione; con opportuni contrappunti musicali di Chapman Stick.
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Il sostegno psicologico che il "fantasma" offre a piene mani alla "ragazza" è solo un balsamo effimero sul suo sordo malessere. E lo stesso volubile fantasma non esita a sparire sul più bello.
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Il mantello del "fantasma" può diventare anche un improvvisato quanto originale sipario per il cambio scena.
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La seconda scena si gioca tutta nel confronto fra la "ragazza", ormai persuasa che solo un percorso di terapia possa esserle utile, e il personaggio della "dottoressa" interpretato da Sylvie Capelli con un esplicito rimando alla figura reale di Carla Stroppa.
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Ricca di sottigliezze psicologiche, questa seconda scena presenta un confronto fra una "ragazza" che contraddittoriamente cerca aiuto, ma allo stesso tempo fa fatica ad ammettere di avere problemi, e una "dottoressa" che sa il fatto suo nella piena consapevolezza di maneggiare delicato materiale psichico.
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Anche una tazza di the può essere utile ad alleggerire la tensione . . .
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Un attento lavoro di scardinamento delle fragili certezze della "ragazza" da parte della "dottoressa" lascia spazio a dei sinceri affioramenti di sofferenza della giovane donna.
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Ma la "dottoressa" non calca oltre la mano; si limita a stabilire le regole del setting per la successiva seduta e congeda cordialmente la "ragazza". Termina così la seconda scena.
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Se le scene prima e seconda hanno visto i personaggi agire due alla volta (secondo le dinamiche "ragazza"—"fantasma" e "ragazza"—"dottoressa"), la terza scena vede i tre personaggi coinvolti tutti insieme. Più precisamente, il "fantasma" resta sulle prime in disparte sulla soglie dello studio della "dottoressa" per poi irrompere sulla scena in un secondo momento.
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Mentre il secondo colloquio tra la "ragazza" e la "dottoressa" ha inizio, il fantasma scivola ai margini dello "studio di terapia" e si apposta in agguato.
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Il "fantasma" è stato simbolicamente invitato proprio per provocarne il coinvolgimento. E la pazienza del misterioso personaggio non tarda infatti ad esaurirsi.
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Da qui in poi la scena si trasforma in una acrobatica schermaglia tra "fantasma" e "dottoressa", con la "ragazza" al centro fra i due.
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Ma la "dottoressa" ha un'arma in più... sa che le ragioni dell'esistenza del "fantasma" affondano nella stessa psiche della "ragazza". E, se occorre essere delicati con la seconda, è necessaria la massima decisione con il primo; alla fine trafitto dalla freccia di un clamoroso smascheramento.
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Ormai neutralizzate nella loro carica negativa, la "ragazza" può adesso accostarsi alle energie psichiche che fino a poco prima costituivano un "fantasma" deleterio; e può avviare un nuovo tipo di coinvolgimento interiore di quelle stesse energie.
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Al termine delle ultime note che sottolineano lo stato psicologico di questo momento, arriva l'applauso del pubblico.
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L'abbraccio fra Carla Stroppa e Raffaele d'Isa, che ha scritto il testo della pièce liberamente ispirato al saggio della studiosa.
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Ed ecco il video integrale dello spettacolo per rivivere l'intero primo tempo.
La performance



Le emozioni, sensazioni e impressioni suscitate dalla lettura scenica si sciolgono a questo punto nella pausa Aperithé, ricchissima questa volta di dolci proprio a simboleggiare il carezzevole dissolvimento di uno schiacciante peso psicologico.
Aperithé

Aperithé

Aperithé

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I liquori di the sono sempre un richiamo irresistibile.
Aperithé

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Aperithé

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Durante l'Aperithé si produce un gran fermento attorno all'originale presentazione del libro di Carla Stroppa a cui si è appena assistito; e molti sono i dettagli, chiesti a tutti gli artisti coinvolti, sul concepimento e lo sviluppo dell'idea della pièce.
Aperithé


Attrice in pausa con gatta.
Aperithé


Alla ripresa, Raffaele d'Isa prende brevemente la parola per spiegare a tutti il rapporto tra "Fantasmi all'opera", come saggio, e la pièce dallo stesso titolo da lui liberamente scritta ma pienamente ispirata al lavoro di Carla Stroppa.
Raffaele d'Isa


Seconda parte



Spetta a questo punto a Roberto Caracci traghettare i presenti dall'emozione ancora viva in sala, per lo spettacolo appena concluso, all'attenzione verso il saggio di Carla Stroppa. Con una profonda dottrina letteraria e filosofica al suo attivo, e un vero e proprio talento illustrativo e divulgativo, Roberto conquista la sala in pochi minuti riuscendo a rendere molto piacevole il tempo dedicato all'ascolto di teorie e tecniche di matrice junghiana così come presentate e offerte dal saggio di Carla Stroppa.
Roberto Caracci

Roberto Caracci


Roberto Caracci

Roberto Caracci
Roberto Caracci

Roberto Caracci

Roberto Caracci

Roberto Caracci


L'introduzione di Roberto Caracci (che resta, tra l'altro, uno dei massimi critici in circolazione dei saggi di Carla Stroppa) dà anche tempo all'autrice di lasciar sedimentare l'emozione in lei suscitata dal particolare "regalo" offertole dalla Compagnia del the. Ma è proprio a Carla che Roberto finisce col cedere inevitabilmente la parola, affinché l'autrice possa con le sue considerazioni dare il miglior suggello alla discussione in corso.
Carla Stroppa

Carla Stroppa

Carla Stroppa


Terapeuta e docente di notevole caratura, Carla ha il dono di parlare delle materie che padroneggia con una freschezza e una semplicità che talvolta disarmano. Il percorso intrapreso dalla studiosa non è infatti lastricato solo di rigore dottrinale, ma conosce l'animo umano — per esperienza diretta — nella sua complessità, nella sua irresolutezza e talvolta nella sua profonda sofferenza.
Carla Stroppa


Ma liberiamo da questa pagina le voci di Roberto prima, e poi di Carla, senza altre intermediazioni.
Interventi critici



Ampio spazio è stato dedicato all'interveto critico di Roberto Caracci e alle considerazioni della stessa autrice di "Fantasmi all'opera", dopo un primo tempo vissuto tutto in chiave artistica. Ma, quando l'evento sembra essere entrato proprio nella sua fase più riflessiva, ci si accorge bruscamente che le emozioni non sono affatto finite.
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All'ora convenuta, relatore e autrice si ritirano ordinatamente allo spuntare dell'"altare del the" dalla porta retrostante. E subito dopo appaiono due misteriosi personaggi.
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In un momento denso di richiami analogici ai contenuti appena condivisi, gli officianti procedono con gesti lenti e maestosi nella preparazione del pregiatissimo the giapponese Gyokuro, mai prima d'ora offerto a un ospite della Compagnia del the.
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L'estetica della cerimonia vuole alludere al "patto" di rinascita fra la ragazza e l'entità fantasmatica che precedentemente la dominava in negativo. E nel nuovo sodalizio tutto rimanda ad una femminilità dignificata e adesso realizzatasi.
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Il misterioso personaggio che presiede la cerimonia drammatizza a modo suo il tema del fantasma; ma il rimando si realizza solo in senso lato, visto che in sala già qualcuno comincia a sussurrare il nome di questa personalità; che si affermò prima in sede letteraria e poi in quella cinematografica. E non proprio quale fantasma.
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Mentre la musica in sottofondo amplifica la suggestione del momento, la stessa Carla Stroppa rimane assorta fra il pubblico assorbendo emozionalmente quanto si svolge davanti ai suoi occhi.
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Durante il minuto e mezzo di infusione del the Gyokuro, le mani degli officianti si uniscono sulla clessidra, cingendo il simbolo del tempo che scorre.
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Dopo un'ultima contemplazione del vaso di infusione, si procede alla spillatura del the e al servizio in sala.
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Ma, mentre il pubblico comincia ad apprezzare la fragranza del the giapponese Gyokuro, qualcuno continua a dare segni di impazienza circa la vera identità del misterioso officiante. Si ripetono inviti a sollevare la maschera, fin quando lo stesso cerimoniere arriva a leggere sulle labbra di un ospite il nome con cui lui viene apostrofato...
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...e quel nome è inconfondibilmente il nome di Fantomas.
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Ma il presunto Fantomas, ormai da molti anni ritiratosi dalla vita pubblica, non rigetta la richiesta sommessamente rivoltagli. E, dopo breve riflessione, accetta per la prima volta nella storia di rivelare il suo vero volto; a condizione che la scoperta della sua identità resti confinata fra le mura della Compagnia del the.
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La decisione è ormai presa...
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E una foto (privatamente non censurata) è concessa con gran piacere anche alla dedicataria dell'intero evento.
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Ma l'intera fase della cerimonia si può seguire con magggiore partecipazione in video, dove forse si riuscirà a notare per un istante chi realmente si era nascosto dietro la maschera di Fantomas . . .
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Con il gesto rivelatorio, la degustazione del the Gyokuro può proseguire con notevole sollievo, stemperandosi poco a poco in una lunga fase di commiato.
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Tutti coloro che partecipano ai nostri eventi danno con ciò il proprio consenso alla diffusione della propria immagine eventualmente inclusa in fotografie e/o videoregistrazioni effettuate nell'occasione.

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