Momenti di
accoglienza all'ora dell'incontro. La sala è già allestita
per il concerto di Andrea "Atreio"
Marcucci, ma tutto ha inizio con le degustazioni
Aperithé abbinate a the freddi (con o senza aggiunta di vino
spumante).
Un omaggio floreale offerto alle gatte della Compagnia del
the.
Con l'arrivo in sala di Andrea "Atreio" Marcucci hanno inizio
le libagioni dell'Aperithé, che precederanno in buona parte la
performance dello stickista.
Alcuni dei piatti in stile
Aperithé: Insalata di riso, uova sode cotte in the e salsa di
soia, peperoni al forno con alici, friggitelli, focaccia
genovese, hummus, mozzarella di bufala, insalata di pollo,
olive dolci napoletane, olive di gaeta, melanzane in umido,
pomodori ciliegini, pollo "colombo"
I the freddi sono un sencha giapponese a foglia intera
aromatizzato a un mix di oli essenziali di ciliegia, pistacchio
e mandorla e un oolong cinese a bassa ossidazione aromatizzato
all'olio essenziale di fragola. Quest'ultimo è proposto anche
in abbinamento a vino spumante.
Confabulazioni fra Raffaele d'Isa e Andrea "Atreio"
Marcucci.
Dopo un'euforica fase di degustazioni e convivialità, ci si
avvicina al momento artistico dell'evento. Raffaele d'Isa
introduce brevemente Andrea "Atreio" Marcucci nella sua
dimensione di artista e musicista. In sala stanno per risuonare
le note di "Musiche d'autunno". E poi occorre anche dare
qualche spiegazione sul misterioso strumento che Andrea si
ritrova ad imbracciare: il Chapman Stick. Ma ogni cosa a suo
tempo...
Da non perdere l'interpretazione dei versi composti da Atreio
per le sue musiche da parte di Sylvie Capelli, e la singolare
battuta con cui il musicista dà inizio al concerto...
La performance di Andrea dura circa quarantacinque minuti.
"Musiche d'autunno" è in realtà un disco che Andrea ha inciso
anni fa suonando molteplici strumenti. Il musicista ha però
rielaborato gli arrangiamenti per l'occasione, in modo da
fornire una resa efficace delle composizioni anche per Chapman
Stick solo.
Questo risultato è stato ottenuto grazie alle straordinarie
potenzialità polifoniche dello strumento, ma anche mediante
l'utilizzo della tecnica del "loop" che consiste nel registrare
delle frasi musicali in tempo reale e usare subito dopo queste
basi come tappeto musicale sul quale aggiungere nuova musica
suonata dal vivo. Il procedimento può essere via via
accresciuto con la registrazione di successive frasi fino al
grado di complessità desiderato, a seconda delle esigenze del
caso.
Dopo le ultime note di "Musiche d'autunno", con una sala carica
di emozioni e di curiosità, ci si concede una pausa Aperithé
declinata alla frutta.
Alla ripresa, Raffaele d'Isa propone al pubblico di
ripercorrere la storia del Chapman Stick con la partecipazione
attiva di "Atreio". E le note dello strumrnto continuano
intanto a fare da contrappunto...
La meraviglia che si prova nell'ascoltare il Chapman Stick
deriva soprattutto dalla sensazione di "orchestra" polifonica
che arriva dallo strumento e dall'uso della tecnica del
tapping, con cui l'esecutore percuote e non pizzica le corde.
Ma, per comprendere bene queste due caratteristiche, è
necessario ripercorrere la storia personale del musicista che
spinse la propria ricerca tecnica sulla chitarra fino a
concepire uno strumento musicale completamente nuovo: Emmett
Chapman.
A partire dal 1969 Emmett Chapman inizia ad esibirsi dal vivo
utilizzando dei prototipi di un nuovo strumento appositamente
concepito per favorire al massimo la tecnica del tapping (che
resta comunque praticabile anche su chitarre e bassi, anche se
con dei limiti in più). La concezione di uno strumento
cordofono specializzato nell'uso del tapping, grazie a un
dispositivo che inibisce la vibrazione a vuoto delle corde,
consente anche di accrescere efficacemente il numero delle
corde stesse in vista di un significativo sviluppo polifonico
della tecnica.
I tre prototipi con cui Emmett Chapman sviluppa il proprio
percorso di inventore e liutaio dal 1969 al 1974,
contemporaneamente alla sua attività di musicista.
Nel 1974 Emmett Chapman dà inizio, con la fondazione della
Stick Enterprises, alla produzione su scala artigianale del suo
nuovo strumento per far fronte alle tante richieste che già
cominciavano ad arrivargli fin dagli inizi degli anni '70.
Pochi anni dopo, bassisti del calibro di Tony Levin e Alphonso
Johnson cominceranno a utilizzare anche lo Stick in aggiunta al
basso, portando così il nuovo strumento all'attenzione del
grande pubblico e fornendo enormi contributi allo sviluppo
della tecnica.
Proprio l'uso del Chapman Stick da parte di prestigiosi
bassisti (Tony Levin ha lavorato con grandi nomi, come Peter
Gabriel e King Crimson) ha creato, da un lato, il curioso
equivoco per cui lo Stick non sarebbe stato niente altro che
una particolare versione di basso elettrico. In realtà un
certo uso, in chiave prevalentemente bassistica, del Chapman
Stick è riuscito a dimostrare la sua grande versatilità e la
possibilità di adattarlo alle esigenze e alla vocazione di
ciascun musicista; ma le possibilità espressive dello
strumento restano le più ampie e, malgrado i preziosi
contributi in nuove direzioni da parte di tanti altri pregevoli
stickisti affermatisi nei decenni successivi al 1974, molto
ancora resta da esplorare sulle tecniche e sulle modalità di
impiego del Chapman Stick .
Alcuni dei massimi nomi dello stickismo internazionale con
decenni di attività alle spalle. La grande fama degli
stickisti americani, comprensibile dal momento che il Chapman
Stick è stato inventato da un californiano, non deve far
credere che lo strumento sia diffuso e apprezzato solo negli
U.S.A.. In molti Paesi europei, in Argentina e anche in
Giappone si registra la presenza di pregevoli stickisti, molti
dei quali impegnati a tempo pieno nella professione di
musicista.
Con l'aiuto di Atreio sono anche illustrate le differenze
tecniche fra i diversi modelli di Chapman Stick che è
possibile oggi acquistare: modello canonico a 10 corde, Grand
Stick a 12 corde, Stick Bass a 8 corde e altri modelli
speciali.
E come non rivolgere un pensiero anche alla località in cui
Emmett Chapman da quaranta anni produce i suoi Stick? La cosa
più straordinaria è che migliaia di modelli di Chapman Stick
sono stati prodotti in un laboratorio artigianale allestito in
una delle tante ville di Woodland Hills immerse nel verde e
nella tranquillità del mite clima californiano
A questo punto, Raffaele propone ad Atreio un fuori programma:
un confronto di tecnica tapping fra Chapman Stick e basso
elettrico.
Con una storia di bassista elettrico alle spalle, Raffaele si
è interessato molto alla tecnica del tapping negli ultimi
anni. E, proprio dalla passione per questo tipo di approccio
sul basso elettrico, si sta adesso avvicinando allo studio del
Chapman Stick.
Questa occasione di confronto è molto utile per ribadire
ancora una volta che il tapping (tecnica con cui le dita
"martellano" le corde, come sul pianoforte, anziché
pizzicarle) è praticabile su di un qualunque cordofono,
compresi appunto chitarre e bassi. Il tapping chitarristico è,
per esempio, diventato addirittura leggendario in un genere
come l'heavy metal ma, malgrado la sua ben nota
spettacolarità, questa tecnica — che è un tapping che si
applica in maniera prevalentemente lineare sulle due corde più
acute della chitarra — è ben lontana dalle potenzialità che
può consentire il Chapman Stick. Sul basso elettrico, d'altra
parte, il tapping armonico è stato forse esplorato più a
fondo rispetto alla chitarra ma, ancora una volta, le complesse
"architetture" musicali che si possono costruire sullo Stick
non sono avvicinabili con l'uso di un basso; nemmeno nella
versione a sei corde.
Per una funzione squisitamente bassistica, il basso elettrico
conserva il vantaggio di poter ibridare il tapping con un'altra
spettacolare tecnica, lo slap, e con il più tradizionale
approccio fingerstyle. Lo Stick in funzione bassistica offre,
d'altra parte, la possibilità di eseguire sequenze davvero
veloci sulle corde basse come difficilmente si riuscirebbe a
fare con un basso elettrico. Senza contare che lo Stick in
luogo del basso consente di sfruttare la parte melodica dello
strumento per formare accordi e svolgere così un più completo
ruolo ritmico-armonico.
Ma ciò che più preme ad Andrea e Raffaele in questa sede è
dimostrare come le caratteristiche tecniche del Chapman Stick
consentano di ottimizzare il tapping rispetto ad un cordofono
tradizionale. A un certo punto Raffaele inizia ad eseguire una
sequenza in tapping sul basso, e Andrea comincia dopo qualche
secondo a imitarla. Come è evidente dall'immagine che segue,
le note prodotte dal basso elettrico per questa particolare
sequenza richiedono l'uso di entrambe le mani; ma le stesse
note suonate dallo Stick impegnano solo la mano sinistra di
Andrea.
Una chiara dimostrazione di come la diversa struttura dello
Stick incrementi l'efficienza del tapping in modo significativo
rispetto ad un cordofono convenzionale.
Ma vediamolo anche in video...
A questo punto Andrea comincia pazientemente a rispondere alle
tante domande del pubblico. Non solo sullo strumento, ma anche
sulla sua vita professionale e sulle sue esperienze musicali. E
inevitabilmente finisce anche col riproporre saggi della sua
bravura e fantasia sullo strumento.
In conclusione Andrea riesce anche ad accennare ad un nuovo
imminente progetto: la creazione di un centro studi italiano
sul Chapman Stick che sia in grado di raccogliere tutti gli
stickisti italiani (che non superano attualmente le 200-300
persone) per coinvolgerli in attività didattiche, studi e
ricerche sulla tecnica stickistica e progetti musicali di
assieme fra stickisti e in formazioni ibride; con la
partecipazione di altri cordofoni e altre categorie di
strumenti. Questo progetto comincerà a impegnare Atreio già
sul finire dell'estate e per tutto il successivo autunno.
E il piacevole confronto col pubblico si protrae a lungo, prima
che la serata si avvii verso il commiato.
Il saluto di Andrea a Sylvie, Raffaele e...
... ad Aulona ed Ervin, ai quali si devono le fotografie e i
video di questa pagina.
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Il progetto Aperithé accetta forme di supporto alle proprie iniziative da parte di aziende e di altri soggetti sensibili ad attività di tipo culturale. L'organizzazione degli eventi attualmente in programma è realizzata con la collaborazione e il sostegno di