h. 18:30
Dopo circa un trentennio di attività
del "Festival di Colmegna" ideato e curato ogni anno da Enrico Asti, nel
luglio del 2014 il Festival (che negli ultimi anni ha finito
con l'abbinarsi al Progetto Aperithé) si svolge con l'assenza
del suo fondatore. Enrico aveva però arrangiato il testo messo
in scena questa estate. Ed è proprio con questa versione di
"La Putain respectueuse" di Jean Paul Sartre
che Sylvie Capelli
ha organizzato, diretto e interpretato questa commedia sociale,
con l'apporto di Enzo Voltolina, la partecipazione di Giacomo
Comolli e la collaborazione di Raffaele d'Isa
per le musiche.
Nello
scenario estivo della riva lombarda del Lago Maggiore, sulle
pendici che guardano Luino, il piccolo teatro domestico di
Enrico Asti è il punto di arrivo di circa cinquanta persone
provenienti dalla provincia di Varese e da Milano.
Con gli attori principali ritirati dietro a un sipario scuro,
sono Raffaele d'Isa e Giacomo Comolli ad accogliere gli
invitati.
Nei momenti che precedono lo spettacolo, il pubblico ha anche
la possibilità di osservare sulle pareti in fondo alla sala
una galleria di buona parte dei cartelloni delle precedenti
versioni del Festival di Colmegna.
Scritta nel 1946, subito dopo un viaggio negli Stati Uniti, "La
Putain respectueuse" è un'opera di grande critica sociale nei
confronti della segregazione razziale di quel Paese,
paradossalmente proprio all'indomani della liberazione
dell'Europa dall'oppressione nazista da parte degli U.S.A. . .
. intanto nel backstage Sylvie Capelli attende il via libera
per l'inizio dello spettacolo, al completo riempimento della
sala.
Ma, a sipario alzato, è una quasi irriconoscibile Sylvie a
dare corpo alla protagonista femminile dell'opera: Lizzie. La
giovane prostituta è una delle vittime nel testo di Sartre,
insieme al personaggio definito più anonimamente "il
Negro".
Testimone involontaria di un delitto in treno, Lizzie assiste
all'omidicio di un passeggero nero da parte di un bianco. Ma un
secondo nero, fuggitivo dopo l'uccisione del primo, sarà
accusato di stupro nei confronti di Lizzie, motivo per il quale
(secondo la versione del potere) il bianco è stato costretto
ad uccidere; tutto l'intreccio della commedia si articola
intorno ai tentativi esercitati da personaggi appartenenti alla
"società forte" per far dichiarare il falso a Lizzie, allo
scopo di accusare "il Negro" e salvare il vero colpevole: un
bianco ricco e influente della locale comunità.
Durante le prime battute della commedia, Lizzie dialoga con
Fred (un cliente, che poi si rivelerà sul posto con un secondo
fine), dopo aver licenziato con un brusco scambio di battute
"il Negro" che cercava protezione presso di lei.
Cugino dell'omicida, Fred si è introdotto presso Lizzie col
pretesto di una prestazione sessuale, ma fa parte di una rete
di pressioni che, poco alla volta, si stringerà intorno alla
giovane e ingenua prostituta per farle testimoniare il
falso.
Un'altra piccola maglia della rete di "persuasione" che
comincia a stringersi intorno a Lizzie è rappresentata dalla
figura del poliziotto che, interpretato da Giacomo Comolli, ha
in due momenti uno scambio di battute con Lizzie.
Nella piccola galleria di personaggi maschili che si
confrontano successivamente con Lizzie, un posto di rilievo
merita il senatore Clark, padre di Fred e zio del vero
omicida.
Vero maestro di dialettica, il senatore riesce a ribaltare
completamente l'evidenza dei fatti davanti a una candida
Lizzie, impreparata in realtà ad un simile confronto.
Nel tentativo di irretire Lizzie, il senatore Clark usa anche
spregiudicatamente tutta la retorica dei valori fondanti della
società americana, facendone in realtà un uso distorto. È
proprio in questa fase dell'opera che emerge la più pungente
critica di Sartre alla società americana.
Nelle successive battute, Lizzie torna a confrontarsi con Fred,
che nel frattempo ha maturato anche l'intenzione di farne la
sua amante. Ma appare anche la figura del "Negro", e cioè il
principale indiziato dell'omicidio intorno al quale ruota tutta
la vicenda.
Da sottolineare che tutti i ruoli maschili, ad eccezione del
poliziotto, sono stati interpretati da Enzo Voltolina con un
notevole impegno e carico di lavoro.
In una postazione fuori scena, e di lato al pubblico, ha
operato durante tutto lo spettacolo Raffaele d'Isa, che ha
curato gli intermezzi e i commenti musicali all'opera. Tutte le
musiche sono state eseguite su Chapman Stick, e
la singolarità di questo strumento ha suscitato non poche
domande da parte dei presenti al termine dello spettacolo. In
alcuni momenti dell'opera, Raffaele ha svolto anche una
funzione di voce narrante fuori campo.
Compatta e veloce, l'azione della commedia scivola in meno di
un'ora e, nel concitato finale, gli effetti scenici e
umoristici finiscono dopotutto col contrastare con l'amarezza
di una conclusione che "assegna la vittoria" alla parte
disonesta e manipolatrice della società americana che il
filosofo francese ha voluto rappresentare.
IL LAVORO DI ENRICO ASTI
Concluso lo spettacolo, un breve intervento di Sylvie Capelli
dà spiegazione dell'apporto di Enrico Asti al testo di Sartre.
Analogamente a precedenti interventi di Enrico su altri testi,
l'azione principale del fondatore del festival di Colmegna è
consistita nell'adattare il testo ai mezzi scenici e al numero
di attori a disposizione per l'occasione. Differenze di questo
tipo rispetto all'organico degli attori originariamente pensato
da un autore devono infatti essere gestite con opportuni
adattamenti del copione per realizzare cambi di scena magari
non presenti nel testo originale. Nel caso specifico, Enrico
aveva concepito per se stesso la parte portata poi in scena da
Enzo Voltolina. L'accentramento di tre diversi ruoli
nell'interpretazione di un unico attore aveva quindi reso
necessario un lavoro di limatura e rettifica del testo utile a
gestire i cambi d'abito del singolo attore impegnato
contemporaneamente su tre parti. Per il resto, Enrico Asti ha
trovato sostanzialmente efficace il testo di Sartre, e non ha
operato ulteriori adattamenti tranne che nei confronti di un
certo numero di epiteti che i personaggi si scambiano fra loro,
che sono stati sostituiti con espressioni analoghe ma di uso
più recente per motivi di semplice desuetudine dei termini
utilizzati da Sartre ormai quasi settanta anni fa.
E, in coda all'intervento di Sylvie, è proprio l'abbraccio con
Silvia — figlia di Enrico — a suggellare la fine dello
spettacolo e il passaggio alla successiva fase di convivialità
della serata.
È possibile assistere al video dell'intero spettacolo
cliccando sulla seguente immagine.
E, di seguito, il cartellone originale creato per l'occasione
da Marianne Bessière.
Tutti coloro che partecipano ai nostri eventi danno con ciò il consenso alla diffusione della propria immagine eventualmente inclusa in materiale fotografico e/o videoregistrazioni effettuate nel corso dell'evento.
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