Compagnia del the
Milano
Domenica 11 aprile
2010
Evento culturale
presso la sede della
Compagnia del the
dalle ore 16:00
alle ore 19:00
Federico e Vincenzo,
pueri Apuliae
In un ardito accostamento saranno
sorvolate le vite di due personaggi lontani per posizione nella
storia e per le rispettive vicende personali.
Non poche assonanze si ritrovano però
tra i destini di Federico II di
Svevia e Vincenzo Di
Lalla .
Eclettismo, duttilità, curiosità, sensibilità artistica,
innata creatività.
Un grande sogno,
un ingiustofallimento.
Vestigia
e semi che resistono al tempo per
offrire testimonianza e rinnovata
fecondità.
Federico II di
Svevia
e
Vincenzo di
Lalla
Dai simboli e dai misteri di una terra
di Puglia senza tempo fino ad
oggi.
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Allestimento
della sala con due diverse serie di spunti iconografici:
cartine storico-geografiche per Federico II di Svevia;
acquerelli e disegni per Vincenzo Di Lalla.
Nello
spazio di poche battute Raffaele d'Isa introduce i motivi
dell'incontro nel parallelismo tra i due personaggi
apparentemente lontanissimi. La promessa è quella di far
diradare progressivamente le differenze tra i due nel corso
dell'evento, a partire dal blando collegamento costituito dalla
terra di Puglia. Enrico Asti affianca la presentazione...
...
e a lui è affidata l'introduzione del personaggio di Federico
da un'angolazione dantesca: dà voce alle parole di Pier delle
Vigne, dal XIII° Canto dell'Inferno: "Io son colui che
tenni ambo le chiavi/ del cor di Federigo, e che le volsi/
serrando e diserrando, sì soavi, ... "
Variegate
espressioni del pubblico coprono l'arco di tutte le età.
Raffaele d'Isa
introduce il contesto storico e geopolitico dell'epoca di
Federico II di Svevia: il mito del Sacro Romano Impero nella
coscienza e nella cultura medievale; le convergenze delle
singolari circostanze storiche in cui venne a trovarsi
Federico; il suo libero pensiero e il suo antagonismo col papa
e con le istituzioni feudali. Gli si affianca Marianne Bessière .
A
Marianne è lasciato ampio spazio per un
esauriente e appassionato volo d'uccello sulla vicenda
soprattutto umana di Federico tra le insidie della politica, il
sogno di un nuovo modello di impero e una curiosità
intellettuale troppo spinta per i tempi in cui egli visse. Marianne, da anni cultrice e studiosa della
figura dell'Imperatore, non evita di sottolineare l'amore per
la vita in tutte le sue espressioni da parte di Federico.
Al
termine di questa prima presentazione dell'Imperatore,
l'attenzione si sposta su Vincenzo Di Lalla. Poeta, narratore,
commediografo e scrittore anche in altri generi, nonché autore
di canzoni leggere e partiture per orchestra sinfonica,
concerti e opera lirica, la complessa introduzione a questo
singolare artista è condotta da Raffaele
d'Isa con l'aiuto della moglie dell'artista
scomparso quattordici anni fa: Marilena
Verri.
Viene
ripercorsa l'intera vita di Vincenzo Di Lalla dalla nascita a
Vico del Gargano (è il secondo "puer Apuliae") fino al
definitivo stabilimento dell'autore a Milano. Dalla genesi
dell'amore con Marilena Verri ad un'intera vita dedicata alla
produzione di una ingente mole di testi e partiture, talvolta
incompleti. La cieca fiducia di Marilena nei confronti del
marito costituirà per lui un insostituibile supporto morale,
artistico e materiale. Marilena, unico sostegno economico
stabile, farà sì che per tutti e trentasei gli anni della loro
vita insieme Vincenzo possa dedicarsi esclusivamente alla sua
creatività in totale libertà.
I
contorni della vicenda artistica di Vincenzo di Lalla,
attraverso una fitta rete di aneddoti, si fondono con i tratti
di una intensa e toccante storia d'amore tra i due coniugi.
Marilena, promettente attrice e cantante lirica, rinuncia ad
ogni sua personale velleità per sostenere il marito nel corso
dei lunghi anni del loro matrimonio. Ma la fortuna non
sorriderà a Vincenzo. Più volte sul punto di compiere la svolta
verso il successo, gli mancherà invece l'occasione d'oro; e
vivrà come artista sconosciuto, spesso prestando il suo talento
in anonimato per la creazione di testi che verranno
impropriamente divorati dalla cinematografia commerciale,
capace di imporgli condizioni svantaggiose. La partecipazione
del pubblico cresce via via che il racconto si arricchisce di
dettagli.
Il
racconto biografico è intervallato dalla lettura delle poesie
di Vincenzo di Lalla da parte di Marilena Verri ed Enrico
Asti.
La
performance raggiunge un'acme con la lettura a due voci –
Marilena Verri ed Enrico Asti – del radiodramma
"Gerarda", opera strategica nella produzione del Di Lalla ed
efficacissimo testo.
Dopo
il primo the di benvenuto, che ha accolto gli invitati
all'inizio dell'evento (the verde giapponese aromatizzato con
un mix di agrumi), è adesso il momento di Aperithé: the verde cinese a foglia integra
profumato ai petali di gelsomino. Ottimo sul salato e sul dolce
delle specialità pugliesi selezionate per l'occasione dagli
artisti di Aperithé.
La
parola passa ad Aperigirl:
Raffaele d'Isa
compie adesso una disamina degli aspetti più legati all'arte,
alla scienza e agli studi particolari che avvinsero Federico
negli spazi ristretti che la gravosità dell'Impero gli
concedeva. Dall'arte della caccia alla raffinata corte di
Palermo pullulante di eruditi europei ed arabi; dall'astronomia
alla filosofia; dalla matematica al diritto; dalla fondazione
dell'Università di Napoli, che porta ancora oggi il suo nome,
alla Scuola Siciliana. Fu questa la prima scuola poetica a far
assurgere il volgare italiano (nella variante siciliana) a
dignità letteraria. Marianne Bessière lo affianca duettando con
lui.
Avere
tutto e perdere tutto è stato il destino di Federico II di
Svevia che, dopo aver vissuto gli ultimi anni della sua vita
nella coscienza del declino del suo sogno imperiale, è morto
nel 1250 a soli cinquantasei anni lasciando un'eredità politica
che sarà rapidamente spazzata via dai suoi avversari. Resta
l'idea e il mito di un sovrano singolarissimo che fu luminoso
precursore dello spirito rinascimentale in un medioevo ancora
troppo oscuro e che ancora oggi ha dalla sua parte schiere di
studiosi e ammiratori. Vincenzo Di Lalla è stato a sua volta,
come artista eclettico, più volte sull'orlo di ottenere gloria
e onori; ma ad un soffio dal traguardo non è riuscito a
sottrarsi all'anonimato e ad accedere al successo che non ha
mai visto in vita. Dopo la morte nel 1996 a soli sessanta anni,
tuttavia, collezionerà fino ad oggi un'ottantina di premi
letterari in Italia e all'estero. Probabilmente, però, il bene
più prezioso l'avrà guadagnato in vita: sua moglie.
Il
forte coinvolgimento del pubblico in questa fase
dell'evento.
La
complessità dell'opera di Vincenzo Di Lalla, a fronte della
scarsa educazione scolastica ricevuta, dà luogo ad un delicato
dibattito in cui si arriva a postulare la possibilità di
applicare al caso dell'artista la teoria junghiana degli
archetipi e dell'inconscio collettivo. La parola passa alla
psicoterapeuta Rachele Bertini.
L'ultima
performance di un'opera di Vincenzo Di Lalla è affidata alla
voce di Sylvie. Si tratta de "L'albero", racconto breve tratto
dalla raccolta "Lo spazio passa come il tempo".
L'intervento
è ispirato e ad alta intensità emotiva, tra la tragedia del
protagonista menomato da un incidente e l'insopprimibile voglia
di vivere che si afferma nella virente immagine dell'albero con
cui egli instaura una simbiosi. Applauditissima la lettura.
Si prepara infine l'ambiente per la
conclusiva cerimonia dedicata del the.
Arriva
la musica a riempire il silenzio del pubblico nei gesti della
cerimonia.
Il
coordinamento delle operazioni è affidato solo a collaudati
sguardi di intesa.
Il
the infuso è un raffinato sencha giapponese top grading
con foglie aromatizzate agli oli essenziali di mandorla,
pistacchio e ciliegia.
L'intensa
espressione con cui è sorvegliato il moto
ascensionale-discensionale delle foglie in infusione.
Spillatura
del the. Nel dilagare del gusto dell'infuso offerto al pubblico
si consuma l'ultima convivialità dell'incontro, con ancora il
sapore delle saghe, delle fortune e dei destini raccontati.
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