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Intervista

a

Grazia Guarnieri

(luglio 2010)

 

 

 

Compagnia del the
Grazia, nel corso dei primi mesi del 2010 sei entrata in contatto con il progetto Aperithé e, dopo alcune performance dimostrative, hai ricevuto la proposta di sintetizzare nella tua immagine tutta la freschezza avanguardistica e priva di pregiudizi culturali di questa nuova filosofia di incontro tra arte e cultura. Raccontaci qualcosa del tuo percorso, dalle origini dei tuoi talenti fino alla nascita del tuo alter ego: Aperigirl.

Grazia Guarnieri
Ah, se devo partire proprio dai miei ricordi di bambina, posso parlare della grande fantasia che avevo nell'inventare delle storie fantastiche prendendo spunti dalle materie che studiavo a scuola, come storia e geografia. E così la mia fantasia poteva riguardare un certo personaggio storico o un
paese che bisognava imparare a descrivere. Facevo questi piccoli "show" dimostrativi prevalentemente davanti ai compagni di classe o ad altri amichetti.

Compagnia del the
Quindi da bambina non ti si poteva certo definire una timida.

Grazia Guarnieri
Direi proprio di no (ride), tuttaltro. Alle scuole elementari ero anzi fin troppo vivace. Solo dopo mi sono data una calmata.

Compagnia del the
E quando c'è stato invece un primo atto di programmazione artistica sul tuo futuro? Quando hai cioè deciso di dedicarti allo studio di una o più delle arti che oggi pratichi?

Grazia Guarnieri
In termini di studio e ricerca parliamo di teatro; e qui devo dire che l'applicazione intensa alla materia è iniziata davvero intorno ai ventisette anni, quando un'amica mi ha convinto a partecipare insieme a lei e ad un'altra ragazza ad un colloquio per l'ammissione ad una scuola di teatro. Da lì è nato il mio impegno che continua fino ad oggi. Ma il bello è che l'amica con cui ho iniziato, e che devo ringraziare per avermi suggerito l'idea, si è poi defilata poco dopo!... io invece ho tenuto duro.

Compagnia del the
Ma nell'osservare la tua esuberanza e la tua presenza di oggi, davvero immaginavamo che tu studiassi fin dalla tenera età.

Grazia Guarnieri
Non è così invece. Certo da ragazzina scrivevo cose mie, fantasticavo. Ma ho avuto anche problemi di salute, poi in gran parte superati, che mi hanno limitato per diversi anni togliendomi la serenità e impedendomi di applicarmi con costanza a qualunque progetto. Adesso ne parlo con facilità, ma ho trascorso periodi non facili. Poi mi ha condizionato anche qualche problema familiare. E tutti questi accidenti hanno finito per incidere, nei miei venti anni, anche sui rapporti sociali. Diciamo che sono "esplosa" dopo. E a volte penso di aver scontato in passato la maledizione del mio segno zodiacale: lo scorpione! (ride).

Compagnia del the
Dato che il tuo accostamento al teatro sembra essere una sorta di spartiacque biografico, raccontaci come l'incontro con questa forma d'arte ha ad un certo punto influito sui tuoi equilibri psichici.

Grazia Guarnieri
All'inizio ho faticato davvero parecchio, ma ricordo bene che amavo quella fatica e che gli altri allievi condividevano con me lo stesso stato d'animo. Per la prima volta in vita mia la scuola di teatro mi ha dato la netta idea di dedicarmi ai miei interessi in modo serio. Cominciare è stato quasi traumatico, ma poco dopo ho capito che è proprio così che mi interessa lavorare.

Compagnia del the
A noi sono note anche le tue performance da cantante.

Grazia Guarnieri
Ah, ma il canto è venuto dopo il teatro. Ed è cominciato tutto per caso. La mia insegnante di teatro ha avuto quasi uno shock quando ha scoperto la mia voce con delle qualità che lei riteneva insospettabili. Era una fine di ottobre e a scuola di teatro festeggiavamo il mio compleanno. La mia insegnante, che già da un po' accarezzava l'idea di assegnarci una canzone, mi invita a un certo punto a cantare. Ed io attacco con "Jenny don't be hasty" di Paolo Nutini, che conscevo bene. Quando finisco la performance, guardo le facce del pubblico e trovo un gran numero di mandibole che arrivavano a terra! È stato in quel momento che ho capito che il canto costituiva qualcosa su cui valeva la pena di lavorare, e così ho deciso di preparare per il saggio di canto un'altra canzone: Piggy dei Nine Inch Nails, pezzo molto impegnativo, per niente femminile e che, una volta eseguito con successo, ti lascia anche dentro l'ansia di non scendere al di sotto di quel livello.

Compagnia del the
Teatro di prosa e canto. Parlando con Lorenzo Marangon abbiamo conosciuto un approccio che esclude questa commistione, giudicata più tipica del mondo anglosassone, puntando invece su di una specializzazione che migliori la qualità della performance.

Grazia Guarnieri
Un punto di vista senz'altro rispettabile, ma nel mio caso ciò che è accaduto non ha risposto a nessuna idea programmatica. Mi è capitato solo per caso di cantare davanti a un pubblico e ha funzionato. Tutto qui. E questo mi ha spinto a coltivare un altro mezzo di comunicazione che valeva la pena, a quel punto, di valorizzare.

Compagnia del the
Grazia, quanto dedichi allo studio individuale, sia nel canto sia nel teatro, oltre ai momenti delle prove di gruppo?

Grazia Guarnieri
Beh, devo distinguere da come mi comportavo agli inizi rispetto all'equilibrio che sto cercando oggi.

Compagnia del the
In che senso?

Grazia Guarnieri
Voglio dire che nei primi tempi della scuola di teatro, una volta scoperto anche il canto, ero capace di trascorre tre o quattro ore al giorno in esercizi tecnici individuali, al di là delle prove di gruppo. Poi ho capito che questo sistema di lavoro, oltre a logorarmi, migliorava solo la tecnica ai danni del feeling; e questo non mi piaceva. A volte ci si accanisce sulla tecnica alla ricerca del miglioramento, del salto di qualità; e trascorrono intere ore di fatica senza accorgersene. Ma si rischia la freddezza, la perdita di genuinità e di freschezza. Ho imparato questa lezione e oggi cerco, negli esercizi individuali, di non oltrepassare i trenta-quarantacinque minuti al giorno.

Compagnia del the
Possiamo allora sintetizzare dicendo che tuti gli anni trascorsi prima della tua "esplosione" artistica non sono stati perduti in un'attesa, ma sono stati anzi l'incubazione di talenti e qualità che dovevano esprimersi al momento giusto?

Grazia Guarnieri
Direi senz'altro di sì. Se penso al canto, per esempio, mi è stata molto ultile la conoscenza del mondo pop-rock che avevo già prima di cominciare a cantare. La cultura musicale accumulata in tanti anni mi permette di avvicinarmi con più consapevolezza ai generi da cui trarre le canzoni che propongo al pubblico.

Compagnia del the
Bene. È abbastanza chiaro, a questo punto, il tuo percorso teatrale e musicale; e cioè i due ambiti in cui ti metti personalmente in gioco. Cosa ci dici, invece, del tuo rapporto nei confronti di altre forme di arte che tu non pratichi direttamente ma verso le quali coltivi magari qualche curiosità?

Grazia Guarnieri
Mi viene subito in mente il mio rapporto con le arti figurative. Un tempo, se mi trovavo a vagare in una mostra o in un museo, mi sentivo molto svagata, molto "poetessa" nelle mie reazioni emozionali alla vista di un quadro. Oggi invece ho un occhio più lucido e tecnico. Mi piace studiare e valutare la tecnica di un artista, cercare di capire le motivazioni che lo hanno spinto a una certa scelta anziché ad un'altra e cose simili.

Compagnia del the
A bruciapelo, Grazia: avanguardia o tradizione?

Grazia Guarnieri
Sarei tentata di rispondere tradizione, ma la vera risposta non può che essere più complessa. Per esempio, amo Sweet dreams degli Eurythmics rifatta da Marylin Manson. È avanguardia o tradizione? Gli Eurythmics ormai appartengono ai classici del pop-rock, ma Marylin Manson è trasgressione allo stato puro. Eppure c'è un filo che lega i due momenti, nel rifacimento della canzone. Direi allora che tradizione e avanguardia sono due nomi che diamo alla stessa cosa in due diverse epoche storiche. È quindi una questione relativa. E trovo giusto che sia così. In arte è sempre esistito il problema del rinnovamento, da un lato, e il confronto con chi ha preceduto l'artista, dall'altro lato. Non dev'esserci guerra fra tradizione e avanguardia ma, credo, una qualche forma di intelligente collaborazione tra i due aspetti.

Compagnia del the
La tua risposta appare abbastanza in linea con alcuni principi presenti negli statuti della Compagnia del the. Come ti collochi nei confronti delle idee e dei programmi della Compagnia e, in particolare, nei confronti del progetto Aperithé al quale hai di recente aderito assumendone addirittura l'immagine pubblica nel personaggio che per gioco hai inventato, Aperigirl?

Grazia Guarnieri
All'inizio due cose mi hanno attirato complessivamente nella Compagnia: l'idea di unire la materia del the alla cultura in tutti i possibili percorsi di sviluppo a partire dalle implicazioni metaforiche del the, e poi l'atteggiamento assolutamente non snob che è evidente in tutte le iniziative della Compagnia. Purtroppo la maggior parte dei progetti culturali che ho potuto osservare hanno un carattere elitario e pedagogico. La Compagnia è senz'altro un progetto raffinato, ma non si nega a nessuno. Nonostante certe scelte che con originalità vanno contro corrente, i suoi eventi e le sue iniziative sono aperti e comprensibili a tutti. E il grado di apertura diventa massimo proprio in Aperithé.

Compagnia del the
Diciamo che qui si tocca il delicato problema della ricerca di una formula di divulgazione culturale con il coronamento di contenuti artistici.

Grazia Guarnieri
E io credo che l'"invenzione" della Compagnia del the stia nel rispettare il proprio complesso programma in tutte le sue sfumature, ma senza chiudersi in un raggruppamento di persone settario e capace, in definitiva, di organizzare iniziative per lo più noiose, come mi capita di osservare nel contesto milanese, ma anche — direi — in tutt'Italia. Sono contenta invece di osservare nella Compagnia un principio di democratizzazione dell'arte e della cultura, senza però corrompere ciò che si vuole essere. E sono, ovviamente, contenta dell'azione che svolgo nel progetto Aperithé!




 

Il progetto Aperithé accetta forme di supporto alle proprie iniziative da parte di aziende e di altri soggetti sensibili ad attività di tipo culturale.
L'organizzazione degli eventi attualmente in programma è realizzata con la collaborazione e il sostegno di:

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