Non è stato facile come si può pensare l’organizzazione dei miei “raid”canadesi. A quei tempi, il consolato a Milano non accondiscendeva mai alle mie richieste d’informazione sui territori che intendevo visitare. Diceva che esistevano poche strutture turistiche e che nei Territori del Nord-Ovest, le vie di comunicazione erano precarie, che c’era il pericolo degli orsi e un mucchio di altre storie. Ma non avevano fatto i conti con la mia tenacia quando mi metto in testa una meta. Dopo la mia prima volta ne feci seguire altre tre e ciò fa già capire l’interesse che ad ogni occasione mi spingeva a farne seguire un’altra. Iniziai da Calgary, in Alberta, e seguendo la cosiddetta “Icefield Parkway” ho costeggiato le Montagne Rocciose canadesi che si estendono dal Parco di Jasper a quello di Banff. In un susseguirsi di scenari grandiosi e spettacolari come solo queste distese selvagge possono offrire. Attraverso la “Big River Country” sono approdato sulle sponde del grande lago degli Schiavi, a quello degli Orsi e sempre più a nord dal fiume Liard al Mackenzie sino a Forte Smith. Poi, dopo aver volato sul Nahanni National Park e ammirato le Cascate Virginia, sono sceso dalla Columbia Britannica sino all’isola di Vancouver, a Victoria e poi a Vancouver città. Le bellezze che ho visto in questa occasione hanno agito da molla per farmi ritornare qualche tempo dopo per assistere al “Calgary Stampede” il più grande rodeo mondiale che ivi si svolge ogni anno e al quale partecipano i migliori “rodeisti” che arrivano anche dall’Australia. Lo spettacolo delle corse di coock wagen, e la sfilata di tutti i cow boy, indiani compresi, durata più di due ore ha soddisfatto appieno le mie aspettative di colore e umanità. Questa volta però ho deciso di girare a est e attraversare il Sasketchewan, dove ho incontrato mandrie di bisonti dei boschi allo stato brado e attraversato immense foreste di conifere che ospitano orsi neri e cervidi di varie specie. Una volta arrivato alla strada ferrata che da Saskatoon congiunge Churchill, sulla baia di Hudson, ho abbandonato il mio van e sono salito sul treno che in diverse ore percorre la tundra sino al paese degli orsi bianchi. Purtroppo in estate questi plantigradi si spostano molto più a nord per cui è pressoché impossibile avvistarli; in compenso nella baia è possibile avvistare flotte di beluga che “pascolano”tranquillamente tra queste acque ricche di krill. Quest’area è molto frequentata dai turisti che in inverno giungono da ogni parte nella speranza di avvistare l’orso polare. Infatti esistono alcune gigantesche “tundra buggy”che permettono di addentrarsi sul pack e avvicinarsi a questi splendidi plantigradi. Pensate che alle 9 di sera durante l’inverno, in città suona un allarme che ricorda che i ragazzi sotto i 14 anni non possono più circolare da soli per il pericolo orsi. Avventurarsi da queste parti presuppone un particolare interesse per la natura altrimenti alcuni finiscono per trovare tutto un po’ monotono. Personalmente ho trovato tutto rilassante e molto interessante… certo viverci è un’altra cosa. La città di Victoria è molto bella ricca di giardini e costruzioni di epoca Vittoriana (appunto!) mentre Vancouver City è una metropoli. Bella la zona portuale come pure il parco dei Totem e il Capilano bridge che si trova in periferia ed è molto frequentato dai turisti. In questo Paese le distanze sono molto grandi per cui a volte per cambiare panorama, bisogna percorrere centinaia e centinaia di chilometri che però sono generalmente rilassanti data la mancanza di traffico. Poi di tanto in tanto si ha l’opportunità di ammirare autentiche meraviglie della natura come il lago Louise, o il Peyto o il Maligne o il Moraine, ghiacciai come il Columbia, parchi come Banff Jasper, e non ultimo, nel mio ultimo viaggio di ritorno le famose cascate del Niagara che attirano in ogni stagione migliaia di turisti. Certo l’unica scena rimasta immutata è la massa liquida che precipita dal lago Erie nel sottostante lago Ontario perché tutt’attorno torri e grattacieli hanno completamente cancellato l’atmosfera apparsa ai primi visitatori dei secoli scorsi. Purtroppo questi cambiamenti si verificano ovunque. Il turismo ha le sue esigenze. Altro motivo d’interesse è stato visitare alcuni insediamenti di nativi che pur non essendo abbigliati da “pellerossa” vivono ancora in regioni sperdute e presidiano i vecchi territori degli Haida dei Cowichan e degli Uroni. Sostenuti in ogni bisogno dal Governo canadese che ha interesse a che i territori non vengano abbandonati. L’estate è senz’altro la stagione migliore per visitare questi luoghi, quando le temperature sono ottimali e il tempo è generalmente buono. Dopo questa mia descrizione un po’ riassuntiva di questa grande parte di Canada, eccovi le immagini (alcune datate) spero riescano a darvi un’idea soddisfacente anche se le sensazioni non sono fotografabili.
Buona visione!
Il Far West canadese: Northwest Territories – British Columbia – Alberta – Sasketchewan