Un Aperithé di primavera tutto dedicato alla personalità di
Gianfranco Goffi, singolare figura di operatore del turismo,
imprenditore di avanguardia e soprattutto cultore del viaggio
come crocevia di esperienza e affinamento culturale e
personale.
L'autore conversa in sala durante la fase di accoglienza. Molte
sue conoscenze di vecchia data sono accorse incuriosite dal
libro appena pubblicato da Gianfranco. Se ne notano alcune
copie in vetrina a disposizione di tutti.
L'evento ha inizio con un saluto alla sala, che intende
presentare "La finestra aperta" di Gianfranco Goffi come il
punto di arrivo di un percorso di vita e di itinerari culturali
attraverso l'esperienza dell'autore: una lunga carriera
costruita sul viaggio professionale.
In questa fase della presentazione si tocca anche l'argomento
della cura editoriale dell'opera. La pubblicazione è stata
infatti affidata ad "Auraoffice
Edizioni" una giovane editrice emergente, la cui
titolare è presente in sala.
Ma, dal momento che una delle caratteristiche della scrittura
di Gianfranco è proprio tutto un carico di suggestioni
esotiche e sensoriali, non si vuole a nessun costo sottrarre
troppo tempo alla lettura di alcuni fra i racconti che
costituiscono il libro. Inizia quindi Sylvie con il primo
titolo: "Turni".
Sylvie Capelli
— che ha tra l'altro lavorato con Goffi per molti anni —
oltre ad essere a conoscenza di diversi retroscena alla base di
più di un racconto, ha elaborato un accurato editing
dell'opera in strettissima collaborazione con la casa
editrice.
Ma ascoltiamo questa prima fase dell'evento in
video:
Prima di entrare più a fondo nella struttura e nello stile
dell'opera, che meritano entrambi più di una considerazione,
Raffaele d'Isa
spende qualche parola a proposito di "Auraoffice Edizioni".
L'editrice è infatti nata allo scopo di pubblicare un libro
scritto proprio dalla sua fondatrice, una variegata
personalità di imprenditrice/ricercatrice: Laura Gipponi.
Ed è proprio dalla volontaristica decisione di dare vita ad
un'editrice "per un solo libro" che Auraoffice nasce un paio di
anni fa. Il libro in questione è "Tesoro della mente", una
sorta di manuale per la ricerca del benessere integrale,
scritto da Laura Gipponi sulla base di una conoscenza
pluriennale delle materie che ruotano intorno al conseguimento
di un nuovo umanesimo nell'epoca moderna.
Ma "Tesoro della mente" non si presenta affatto al lettore come
un'algida opera saggistica. Si respira infatti fra le righe del
libro tutta la provenienza delle tecniche e dei metodi lì
indicati dalla diretta esperienza di vita di Laura Gipponi, che
ha conseguito numerosi successi personali e professionali non
senza aver attraversato momenti difficili. Ma ciò che più
risalta e stupisce alla fine è una singolare analogia che
Raffaele d'Isa riesce a tracciare fra "Tesoro della mente" e il
libro al quale è dedicata la serata: "La finestra aperta" di
Gianfranco Goffi.
Ma lasciamo anche qui al video la possibilità di rivivere il
momento:
In coda alla presentazione editoriale del libro di Gianfranco,
prende la parola la stessa Laura Gipponi per dichiarare tutto
il suo personale apprezzamento de "La finestra aperta".
Con "Emergenza a Nairobi" la voce di Sylvie torna a dare suono
alle parole di Gianfranco Goffi.
La cena-Aperithé interviene a questo punto, prima ancora di
entrare più a fondo nelle dinamiche del libro. A Sylvie il
compito di descrivere i cibi, mentre Raffaele fornirà qualche
spiegazione sui the preparati in abbinamento.
Il pubblico in sala ascolta le descrizioni dei diversi piatti,
tutti tematicamente legati ai motivi della serata, mentre
l'attrazione verso la tavola imbandita cresce sempre più!
Con "La prova del fuoco" si riprende a parlare de "La finestra
aperta". Di nuovo una lettura di Sylvie.
Ma è lo stesso Gianfranco a chiedere un intervento personale
per dare lettura dell'introduzione al libro da lui stesso
scritta, dalla quale si chiariscono le più autentiche
intenzioni dell'opera.
Passando ad un esame più tecnico del libro, dal punto di vista
strutturale, Raffaele d'Isa sottolinea come più o meno
consapevolmente Gianfranco Goffi abbia optato per un genere
letterario piuttosto preciso scrivendo "La finestra aperta".
Il libro ha infatti il nemmeno tanto celato scopo di raccontare
alcuni aspetti di rilievo della vita di Gianfranco. Da un lato
l'istanza autobiografica, e dall'altro lato il desiderio
dell'autore di raccontarsi non attraverso un tessuto narrativo
cronologicamente continuo — ma utilizzando invece un
arcipelago di racconti distinti — fanno nascere
un'autobiografia antologica che rende possibile definire "La
finestra aperta" come una vera e propria "autologia".
Ma, prima che il discorso diventi troppo lungo, interviene
Sylvie con la lettura di "Shinawatra", racconto che trasporta
bruscamente nella tropicale atmosfera di Bangkok.
Soffermandosi ancora sull'analisi del libro, Raffaele vuole
adesso sottoliearne la singolarità dello stile. Certamente non
uno scrittore "di professione", Gianfranco Goffi sceglie un
linguaggio semplice e immediato. Talvolta la narrazione procede
con l'andamento asciutto della cronaca giornalistica, che
descrive i fatti e riordina la memoria con la lucidità dei
tempi verbali al presente...
... ma nei momenti cruciali del racconto la prosa si solleva
sulle ali di una poesia ispirata da una memoria intrisa di
ricordi e sensazioni indelebili. La parola può allora
diventare rivelatrice, e la descrizione lascia affiorare
innanzi agli occhi del lettore come un'immagine di olio su
tela.
Ed è proprio qui che la scrittura de "La finestra aperta"
diventa grande scrittura. Il coinvolgimento dell'autore in
fatti che hanno contribuito a dare direzione a un destino; il
vissuto di un'esperienza personale che però è anche frammista
all'acquisizione di profonde constatazioni storiche e
geopolitiche — come solo la cultura del viaggio può
suggerire — danno nerbo allo scrivere e peso alla parola fino
a dimostrare che, a dispetto di qualunque professionismo
letterario, le vere lettere non sono mai fatte di sola
carta.
Ma è proprio a questo punto che Raffaele desidera rivolgere a
Gianfranco la domanda che è forse la più importante per
sondare le origini del libro, e che si racchiude in quelle
"malinconie di occasioni perdute" e in quel "sospiro di
occasioni irripetibili" che non fanno a meno di aleggiare
intorno a chi legge, e forse pure a chi ha scritto, il
libro.
Torna la voce di Sylvie per "L'eclisse".
In una maniera sempre più intima e colloquiale il confronto
con l'autore prosegue stemperandosi nel commiato, intervallato
ancora da qualche lettura di Sylvie, di Gianfranco e da qualche
aneddoto raccontato a viva voce ancora dallo stesso Gianfranco,
gradita e irripetibile appendice di questo libro di cui ci ha
fatto dono questa sera.
Tutti coloro che partecipano ai nostri eventi danno con ciò il consenso alla diffusione della propria immagine eventualmente inclusa in materiale fotografico e/o videoregistrazioni effettuate nel corso dell'evento.
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