Malgrado abbia una storia antica che risale alle carovane della via dell’incenso, solo da poco più di un decennio l’Oman è divenuto una interessante meta turistica aperta agli occidentali. Questa nazione asiatica situata all’estremità sud-orientale della penisola arabica e bagnata dall’Oceano Indiano, confina con gli Emirati Arabi, con l’Arabia Saudita e con lo Yemen. La sua superficie di circa 310 mila kmq. Ospita circa quattro milioni d’ abitanti di cui circa un milione vive nella capitale Muscat. Lo Stato omanita si affaccia sul golfo omonimo cui appartengono anche le enclavi di Madha e Musandam che si trova nello stretto di Hormuz. Sin dal diciassettesimo secolo, l’Oman aveva un Impero coloniale in competizione con la Gran Bretagna e il Portogallo per il controllo sul Golfo Persico e sull’Oceano Indiano. All’apice della sua potenza nel diciannovesimo secolo, la sua influenza politico-economica raggiunse la Persia, l’India (attuale Pakistan) e il Sultanato di Zanzibar. All’inizio del novecento però ebbe un notevole declino economico dovuto al fatto che il suo fiorente mercato di schiavi e di armi era entrato in crisi. A causa di ciò, l’Oman dovette subire la pesante influenza della Gran Bretagna e subirne il Protettorato che durò sino al 1971. Oggi l’Oman è una monarchia assoluta retta dal Sultano Qaboos, un uomo illuminato che governa con saggezza il suo popolo, ma il Parlamento conserva alcuni poteri legislativi e di controllo. L’Oman, pur conservando la sua sovranità ,ha sempre mantenuto una certa amicizia sia con la Gran Bretagna sia con gli Stati Uniti, pur conservando una politica estera indipendente. Nel 2010 l’UNDP (United Nations Development Programme) su 135 Paesi, ha considerato l’Oman come lo Stato che ha avuto il maggior sviluppo socio-economico negli ultimi quarant’anni e con la maggiore stabilità tra tutti i Paesi Arabi. Detto ciò, una decina di anni fa, decisi di “avventurarmi”sulle sue montagne e tra le sabbie dei suoi deserti. Decisione felicissima che ricordo ancora con gioia. Atterrato nella capitale Muscat, dopo la visita del Palazzo Reale, circondato da stupendi giardini, della imponente e splendida Moschea in marmo bianco appena terminata di costruire, visito il souk ricco di merci orientali. Il giorno successivo parto in Land cruiser per Nizwa. Attraversare le montagne dell’Hajar con cime che sfiorano i tremila metri non è semplicissimo (il passo è a 2500 metri) ma in compenso si godono stupendi panorami. Passate alcune gole dopo una breve sosta al forte di Nakhl, raggiungo il villaggio di Al Hamra, visito anche quello di Tanuf poco lontano che anche se abbandonato testimonia delle antiche strutture in “banco”ossia paglia e argilla. A Nizwa il clou è l’antico forte e il tipico souk. Dopo le foto di rito mi dirigo al forte di Jabrin, antica sede degli Imam Ibaditi e datato 1671. Indi mi addentro nelle Wahiba sands, una vasta estensione di dune che arrivano sino alle coste dell’Oceano Indiano. Le forme e i colori delle dune cambiano a seconda dell’incidenza dei raggi solari, man mano ci si avvicina alla costa le dune sono sempre più alte. Percorrendo oltre 200 chilometri sul bagnasciuga, ad un tratto incontro una folla di pescatori che, appena rientrati dalla pesca, recuperano dalle reti il pescato difendendolo aspramente dal nugolo di gabbiani che pretendono la loro parte. Uno spettacolo biblico! Mi fermo per la notte a Ras El Hadd e il giorno successivo attraverso le montagne per raggiungere la cittadina di Sur dove, ancora oggi, si costruiscono i “dhow” le tipiche imbarcazioni in uso da queste parti. L’indomani, dopo una capatina al Wadi Bani Khalid in una valle rigogliosa di palmeti, faccio ritorno a Muscat. Il mio tour termina qui e dopo aver ridato un’occhiata al souk, alla grande moschea e al porto, mi appresto, anche mentalmente, al ritorno a casa. Un viaggio interessante senza grossi “high light” ma comunque sempre vario e piacevole, soprattutto sotto il profilo umano, che mi ha permesso di stare tra gente cordiale e abbastanza disponibile. Auguro lunga vita al Sultano perché non ha eredi e il dopo Qoobus potrebbe essere una brutta sorpresa per gli omaniti.
Buona visione.
IL SULTANATO DELL’OMAN