Russia celebre e insolita
Questa volta il viaggio su misura è stato una combinazione di tappe celebri e meno conosciute, nella Russia che ha tanto da offrire al visitatore interessato come me agli aspetti culturali e a respirare la Storia di Paesi differenti.
Tre capitali (ricordiamo che all’interno dell’attuale Federazione Russa si contano 85 unità amministrative, alcune delle quali sono repubbliche) e piccole località nei dintorni, ma sempre su fiumi fondamentali nello sviluppo storico dell’impero: la bellissima San Pietroburgo sulla Neva, Nižnij Novgorod alla confluenza tra Volga e Oka, Kazàn’ alla confluenza tra Volga e Kazanka.
Premetto di avere già un’esperienza di viaggio organizzato 16 anni fa con il classico tour Mosca – San Pietroburgo – anello d’oro, e l’anno scorso in modo indipendente ho approfondito meglio Mosca.
San Pietroburgo
Nella città che porta il mio nome, essendo stata fondata da Pietro il Grande e costruita in buona parte nel Settecento da architetti italiani, mi muovo facilmente, non ho avuto bisogno di guide. Il problema principale è evitare le folle di turisti di tutto il mondo, che insieme agli abitanti animano il vivacissimo centro e occupano costantemente le principali attrazioni. Ma con pazienza e metodo ho potuto passare due giorni interi dentro l’immenso Ermitage, ammirando opere di artisti celebri di ogni epoca e nazione.
Ma oltre a questa e alle altre inevitabili visite (escluse quelle già effettuate in precedenza), come quelle alla Fortezza di San Pietro e Paolo, alla Cattedrale di Kazan, alla Cattedrale di Sant’Isacco e Chiesa del Salvatore o del Sangue Versato, sono andato a cercare curiosità interessantissime ma note soprattutto agli amatori del genere e prevalentemente turisti russi, perciò si possono visitare in tutta tranquillità. Il Museo Russo Statale (il più grande per quanto riguarda l’arte russa nel mondo), l’appartamento dove Dostoevskij visse gli ultimi anni scrivendo il capolavoro “I fratelli Karamazov”. Ma anche una passeggiata nei quartieri che ispirarono “Le notti bianche” e “Delitto e castigo”, e poi, ancorate sulla Neva e visitabili, l’incrociatore Aurora che con un colpo di cannone diede inizio alla Rivoluzione d’Ottobre, il sottomarino sovietico S 189 e il rompighiaccio Krassin che salvò la vita all’equipaggio della sventurata missione polare del dirigibile Italia nel 1928.
Nižnij Novgorod
Le altre tappe del mio viaggio russo sono meno note, ma Nižnij Novgorod (quinta città della Russia, oltre un milione di abitanti, a “soli” 400 km da Mosca) forse può risultare più evocativa chiamandola col nome utilizzato in epoca sovietica: Gor’kij.
Albergo moderno e lussuoso di fronte alla Piazza Lenin, con l’imponente statua del rivoluzionario che svetta guardando verso il fiume Oka, il quale divide questa metà della città – più residenziale – dall’altra, il centro storico, dove sorge il Cremlino (sì, quello di Mosca è solo il più famoso, ma ogni antica città russa aveva una fortezza di questo tipo). Accanto, l’antica ed enorme Fiera e poi lo stadio rinnovato dove un mese prima si sono svolte alcune partite del campionato mondiale di calcio.
La guida che mi ha accompagnato per due giorni è giovane ma competente e parla un inglese perfetto: oltre al suddetto e particolarmente panoramico Cremlino e i dintorni caratteristici, visitiamo monasteri ortodossi dall’atmosfera incantata e anche la casa natale dello scrittore eponimo Maksim Gor’kij. Fondamentale nella letteratura sovietica vissuto tra ricchezza e povertà, avendo conosciuto direttamente le privazioni delle classi più misere nell’epoca zarista al crepuscolo. A lui in Russia sono intitolati monumenti, vie e il celeberrimo parco di Mosca.
Navigazione piacevole in battello tra i due fiumi, finalmente tocco l’imponente Volga, distinguibile dall’Oka anche per il colore blu più limpido.
La vista panoramica migliore però si gode dalla funicolare di lunghezza e altezza record, che collega la sponda più interessante della città alla località minore di Bor, permettendo ai pendolari di evitare lunghe code all’ora di punta sui ponti utilizzati da tutti i mezzi di trasporto.
L’escursione all’antico villaggio di Gorodetz, fondato nel XII secolo dallo stesso principe Jurij Dol’gorukij, fondatore anche di Mosca, e luogo dove morì l’altro celebre eroe Aleksandr Nevskij, permette di conoscere la vita delle comunità alla base dello sviluppo dei trasporti sul Volga e quindi dell’espansione dell’impero. Le case lignee multicolori sono deliziose, e il profumo dei dolci allo zenzero è invitante.
A Nižnij Novgorod mi sono concesso anche visite più particolari, come quella alla galleria d’arte russa nel Cremlino, all’appartamento in periferia dove fu isolato Sacharov per sei anni, e al museo all’aperto, altrettanto periferico, circondato da boschi, dove le rozze case originali dei popoli del Volga di diversi villaggi sono state spostate e raccolte per mantenerne la memoria.
Kazàn’
Kazàn’ è la mia ultima tappa importante, ancora un po’ più avanti lungo il corso del Volga (anch’essa oltre il milione di abitanti, a 800 km da Mosca): capitale della repubblica russa del Tatarstan, prospera per via della produzione petrolifera.
Ufficialmente a maggioranza musulmana, è di precipuo interesse per la esemplare e pacifica convivenza non solo delle due religioni (islamica e cristiana ortodossa), ma delle principali etnie, la russa e la tatara.
Tra le visite dove mi accompagna un’altra ottima ed erudita guida parlante inglese, non si può evitare il Cremlino, che tuttora ospita edifici amministrativi, ma anche musei e, l’una accanto all’altra, la grande moschea di Qol-Şärif e la cattedrale ortodossa dell’Annunciazione, esempio di prossimità riscontrabile in tutta questa città e in generale in questa Repubblica.
Inoltre la Torre Sjujumbike, pendente e per questo nota ai russi con la popolarità della nostra torre di Pisa, oltre che per una leggenda che include anche la bella regina moglie del Khan, suicida per evitare il matrimonio con Ivan il Terribile, il quale aveva conquistato la città sottraendola dopo lunga guerra al Khanato che occupava la regione nel XVI secolo.
Rimanendo nel centro storico, si può passeggiare lungo il fiume godendo di un notevole panorama, e ammirare edifici vecchi e nuovi, tra i quali mi incuriosisce particolarmente il ministero dell’agricoltura, imponente e di stile eclettico, oltre a monasteri e cattedrali tuttora in ricostruzione (ricordiamo che in periodo sovietico un gran numero di strutture religiose furono devastate o completamente distrutte), e quartieri residenziali lussuosissimi.
Anche in questa città un’enorme stadio rinnovato ha da poco ospitato il campionato mondiale di calcio. Lungo il fiume ci sono bagnanti e battelli di cui possiamo fruire per una tranquilla navigazione con un diverso e suggestivo punto di vista.
Per conto mio ho comunque esplorato la città, anch’essa ben servita da mezzi pubblici molto economici, visitando musei per conoscere meglio l’arte e la Storia dei popoli locali, nonché, tra gli altri grandi parchi che in tutte le città russe non risentono di problemi di spazio, in particolare il Parco della Vittoria, che non è una casella del Monopoli bensì un luogo con monumenti ai caduti della Seconda Guerra Mondiale e un arsenale a cielo aperto di aerei ed elicotteri da guerra, cannoni, carri armati, sui quali si arrampicano allegramente i bambini sotto lo sguardo compiaciuto delle famiglie che passeggiano rilassate.
Nei giorni seguenti le escursioni fuori porta hanno incluso la località di Svijažsk, dove si può rimanere travolti dalla vista dell’immensità del Volga, per visitare il complesso del monastero con la Cattedrale dell’Assunzione, e ancora un po’ più lontano la cittadina di Bolgar, in questo caso di maggiore importanza per i musulmani, dove scopro essere sorta la capitale dell’antico Stato Bulgaro al culmine del suo splendore in periodo medievale, il cui popolo, dopo vicissitudini tormentate, finì per estinguersi lasciando poco più che il nome nell’attuale Bulgaria. Si visitano le rovine, dove gli archeologi sono tuttora al lavoro, e il museo con i reperti e preziosi esempi di arte islamica. Allontanandosi dal sito si ammira la nuova Moschea Bianca, costruita con donazioni di un magnate musulmano con evidente ispirazione architettonica al celebre Taj Mahal indiano. Intorno allevamenti di cammelli e vendita di prodotti artigianali ottenuti con il loro pelo.
Nel complesso il maggior interesse di Kazàn’ e della regione è certamente il melting pot così ben riuscito ed equilibrato, dove si mescolano persone bionde con la più pura fisionomia russa e altre che denunciano nei loro tratti con evidenza la discendenza dalle orde di Gengis Khan. Il tutto all’insegna della più ammirevole moderazione religiosa da ambo le parti.
Impressioni
Aggiungo in chiusura, senza annoiare con l’elenco, che molti dei monumenti nominati nelle località descritte sopra sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
La mia impressione complessiva è di una Russia in costante miglioramento (ho potuto sperimentare notevoli differenze dopo 16 anni), rinnovamento e ricostruzione dopo il crollo dell’URSS e il successivo torbido periodo di transizione, perciò inevitabilmente l’opinione diffusa nella popolazione nei confronti dell’attuale Governo è decisamente più positiva di quanto si possa supporre in Occidente, dove i mezzi di informazione e alcuni politici descrivono un clima cupo che da tempo non esiste più, facendo irritare i Russi, che dimostrano apertamente fierezza per la propria Storia e la propria Nazione.
Allego deliberatamente foto dalle quali ho escluso la maggior parte dei monumenti più famosi, che tutti avrebbero già visto da qualche altra parte.