Uzbekistan: tappa d’obbligo sulla via della seta

Un viaggio in Uzbekistan ci porta a contatto con un mondo multicolore. L’azzurro quasi perenne del cielo, le maioliche colorate, le mura costruite in mattoni di fango, le ceramiche che si trovano sia sugli edifici che nei piatti coloratissimi.

Si visitano moschee e madrasse (le scuole coraniche), mercati e città, percorrendo le steppe dell’Asia e il deserto.

cammelloIl deserto Kizilkum si estende per circa 200.000 kmq tra Kazakistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Il territorio è costituito principalmente da una piana coperta da dune sabbiose. Il confine settentrionale è il fiume Syrdarja, quello sud-occidentale dal fiume Amudaryo oltre il quale si trova il deserto ancora più vasto del Karakum.

Importanti per l’economia i giacimenti minerari: oro, uranio, alluminio, rame, argento, petrolio e gas naturale.

Siamo nell’Asia Centrale, sulla “via della seta”. Qui passavano le carovane che portavano merci da oriente a occidente, dove quindi gli scambi culturali sono sempre stati ricchissimi.

desertoFondamentale scegliere il momento climaticamente più adatto per recarsi nel Paese. Gli inverni sono estremamente rigidi (circa -10°C) e le estati torride (circa 50°C). Primavera e autunno sono quindi i periodi ideali. Clima secco con temperature diurne che si aggirano sui 25°C e quelle notturne sui 15°C.

Khiva

La città di Khiva esiste almeno da quando esiste il commercio carovaniero. Il nome della città appare per la prima volta in cronache arabe del X secolo d.C.

khiva 1La città è divisa in due parti: Itchan Kala – letteralmente città vecchia (una città dentro la città, recintata da mura costruite nel XVII secolo) e Dichan Kala (l’abitato esterno alle mura). La maggior parte dei monumenti si trovano nella città vecchia.

La cittadella Kunya Ark risale al 1686 e al suo interno si trovavano la casa per il khan e quelle per i membri della sua famiglia e dei dignitari.

khiva 3Kalta Minor: il minareto diventato il vero simbolo della città. Ci sorprende per le dimensioni e il design unico. Le fondamenta sono profonde 15 metri, il diametro è 14,5 metri e l’altezza 29 metri. Ma questa torre massiccia è solo un terzo del progetto originale. Nel 1855 la costruzione fu interrotta a causa dell’assassinio del Khan Muhammad Amin. Leggenda narra che durante uno sciopero dei costruttori, il khan ordinasse di seppellire vivo il leader della protesta nelle fondamenta. Un’altra leggenda vuole che il governatore di Bukhara chiese all’architetto di costruirne una più alta nella sua città, così scatenando la rabbia del khan che decise di uccidere l’architetto infedele; ma quest’ultimo riuscì a fuggire lasciando la torre incompleta.

khiva 2La madrassa Muhammed Rahimkhan è dedicata a uno dei più colti rappresentanti della dinastia Kungrat. Governò la città dal 1770, introducendo diverse riforme per migliorarla sia dal punto di vista politico che economico che, soprattutto, dell’istruzione. Finalmente non venivano insegnati solo argomenti religiosi e il Corano, ma anche matematica, astronomia, geografia! Gli studenti erano quindi invitati a scrivere poesie e dibattere sui vari argomenti. Aveva l’abitudine di scrivere poesie con pseudonimo Feruz e si recava spesso nella madrassa discutendo con gli studenti.

 

bukhara 1Bukhara

Fu presumibilmente fondata intorno al I secolo d.C. diventando presto un prospero centro sulla via della seta.

La colossale Fortezza Ark, di cui rimangono impressionanti mura restaurate dai sovietici, è la costruzione più antica. Città regale all’interno della città, e fu abitata fino al 1920, anno in cui fu bombardata dall’Armata Rossa. La cittadella è circondata da colossali mura che danno ancora un’ottima idea del suo splendore di un tempo.

Di fronte alla fortezza si apre il Registan, la principale piazza medievale della città. Qui nel 1842 furono giustiziati con estrema crudeltà due ambasciatori inglesi, Stoddart e Conolly, che avevano offeso, con un comportamento poco ossequioso, l’emiro del tempo, Nasrullah Khan. All’interno si accede tramite un solenne portale, che fa giungere alla Moschea Juma del Venerdì, che risale al 1500. Più avanti troviamo la parte più antica della cittadella, la corte delle udienze e incoronazioni, l’ultima delle quali fu quella di Alim Khan nel 1910. Questo ambiente fu costruito nel 1605, presenta un portico di colonne lignee intagliate, che protegge un trono marmoreo con baldacchino. La camera nascosta sulla destra, guardata da un leone, era la sala del tesoro, dietro di lei l’harem.

La splendida moschea Bolo Hauz sorge accanto ad una vasca situata di fronte all’ingresso della fortezza Ark. Era il luogo ufficiale di culto degli emiri e la sua costruzione risale al 1718.

La moschea è preceduta da un grande portico adornato da venti colonne di legno intarsiato di pioppo, noce e olmo, che sorreggono un cassettonato di splendida e raffinatissima fattura.

Il Mausoleo Ismail Samani – fondatore della dinastia dei Samanidi che regnarono in quest’aerea dal’800 al 1000 circa – è costruito con mattoni in terracotta che decorano sia le pareti esterne, che gli interni con decorazioni ricercate e particolarmente originali. Ha una grande importanza storica in quanto è il più antico santuario musulmano del mondo. Per quanto riguarda l’architettura, mostra tecniche rivoluzionarie per l’epoca. Un cubo di oltre dieci metri di larghezza, con 4 facciate identiche, sormontato da una cupola emisferica, simbolo dell’universo. Mattoni assemblati in gruppi di 4/5 significati diversi e sono cementati con tuorlo d’uovo e latte di cammello.

bukhara 3La moschea Kaylan si trova vicino al minareto omonimo, ma non sono stati costruiti insieme. All’arrivo di Gengis Khan la moschea venne rasa al suolo, mentre la torre, apprezzata per la bellezza, fu risparmiata.

Il minareto Kalyan è situato nel pieno centro di Bukhara ed è una torre imponente che guarda la città con i suoi 45 metri di altezza e 9 metri di diametro. La torre è stata eretta 900 anni fa e veniva utilizzata sia dai muezzin per la chiamata alla preghiera che dai soldati per avvistare i nemici in arrivo durante i periodi di guerra. Il minareto è conosciuto anche come torre della morte. Fino a tempi recenti i criminali sottoposti alla pena capitale venivano gettati dalla cima fuori da una delle 16 finestre.

La madrassa di Ulugbeg risale al 1417 ed è una delle più antiche in città. Con gli esterni rinnovati, si affaccia su una piazza e al suo ingresso si specchia l’arco che contiene le porte della più recente madrassa di Abdul Aziz, il cui esterno è stato restaurato nel dettaglio e si presenta nuovamente come un esempio unico di architettura uzbeka. La grande porta d’ingresso è scolpita e dipinta di blu e giallo. Al suo interno si è circondati dalle camere che formano la struttura che risale al 1652.

bukhara 2La moschea Magokki Attori è quella che ha dato più problemi agli archeologi per quanto riguarda origini e costruzione. Le sue fondamenta sono più basse del terreno circostante l’edificio. Si pensa che in passato fosse usato dagli zoroastriani per accendere il fuoco sacro. Costruita in terracotta senza particolari decorazioni, questa moschea si differenzia dalle altre anche per questa sua semplicità.

Sitorai Mohi Hosa era la residenza estiva dell’ultimo emiro di Bukhara, Alim Khan e fu costruito dal padre nella seconda metà dell’800. L’edificio, posto in un grande giardino (il cui nome significa “Giardino delle stelle e della Luna”) si trova 4 chilometri a nord della città ed è oggi trasformato in museo dei costumi tradizionali. Il complesso è il risultato di un lavoro comune di architetti russi e artigiani locali. Lo stile che presenta aspetti elegantissimi vicino ad elementi decisamente pacchiani.bukhara 4

Il complesso Bahouddin Naqshbandiy fu costruito in memoria del grande asceta Sufi nato nel 1838 a Bukhara. Considerato il patrono di tutti gli artigiani, in quanto secondo il suo pensiero il lavoro manuale dà diritto a indipendenza nel lavoro, nelle azioni e nei pensieri.

Chor Minor è un complesso costruito da un mercante nel 1807 con quattro torri, tutte differenti, che sembrano minareti (da qui il nome Chor = quattro, Minor = minareto). L’edificio principale è una moschea. Attaccate alle mura ci sono le camere per gli studenti, ma non ci sono classi per tenere le lezioni; è sostanzialmente un “ostello”. Si può osservare qualche cosa che assomiglia a una croce, il pesce cristiano e il timone di preghiera buddista. Si crede che queste decorazioni riflettano la comprensione filosofica delle quattro principali religioni del mondo.

 

samarcanda 3Samarcanda

Gli Sciti, popolo nomade indo ario conosciuto dai Persiani come “Saka”, furono i primi a stanziarsi nella regione. Per porre fine alle loro razzie, Ciro il Grande assoggettò i loro territori e fece di Samarcanda la capitale di una nuova satrapia, la Sogdiana che fu conquistata da Alessandro Magno due secoli più tardi.

Il mausoleo Guri Emir è il luogo dove è sepolto Tamerlano “lo zoppo”, con due figli e due nipoti. In realtà Tamerlano aveva dato disposizioni per costruire una cripta per lui a Shakhrisabz, però quando morì di polmonite nel Kazajstan, mentre progettava una spedizione contro la Cina durante l’inverno del 1405, il passaggio per Shakhrisabz era bloccato per la neve, e così fu sepolto a Samarcanda, in un edificio che, a quanto pare, lui aveva destinato a figli e nipoti. L’aneddoto prediletto da tutte le guide narra dell’apertura della tomba, nel 1941. L’antropologo sovietico Mikhail Gerasimov aprì le cripte e confermò che lì giacevano Tamerlano e Ulugbek. Trovò anche un’incisione che recava scritto “chi apre questo luogo sveglierà un nemico più feroce di me”. Il giorno seguente, 22 giugno 1941, Hitler attaccò l’Unione Sovietica.

samarcanda 5Piazza Registan: il centro della città medievale che si presenta come grande piazza circondata su tre lati da madrasse. La più antica risale al 1420 mentre le altre due furono terminate intorno a metà del XVII secolo. La madrassa di Ulugbek, la più antica, ospitava l’osservatorio astronomico dove venivano istruiti nelle arti scientifiche, gli studenti più meritevoli. Le porte di accesso delle madrasse sono sormontate da timpani decorati con mosaici di maiolica tendenti all’azzurro. La facciata della madrassa di Sher Dol del 1636, esibisce due felini che sembrano tigri ma in realtà sono leoni. L’Islam proibisce di rappresentare animali “vivi” (reali, non mitici) e persone, ma qui si possono trovare alcuni mosaici che infrangono tale regola (pare che avessero ottenuto una dispensa speciale).

samarcanda 1La moschea Bibi Khanym risale al XIV secolo ed è dedicata alla moglie preferita di Tamerlano. La moschea è stata costruita con pietre preziose razziate durante la sua conquista dell’India. Secondo Ruy González de Clavijo, 90 elefanti sono stati impiegati solo per trasportare le pietre preziose. La costruzione fu completata tra il 1399 e il 1404. Tuttavia, la moschea lentamente cadde in disuso, e sbriciolata in rovina nel corso dei secoli. La scomparsa venne accelerata in quanto le tecniche costruttive sono state spinte oltre i limiti costruendola troppo rapidamente. Il terremoto del 1897 la rase al suolo. Solo settant’anni dopo l’Unione Sovietica decise di far partire i lavori di ristrutturazione. Come per molte altre moschee in Uzbekistan anche questa è, di fatto, un edificio semi-nuovo.

samarcanda 4Shakhi Zinda, significa “necropoli del re vivente” e si trova nella parte nord-est di Samarcanda. L’insieme è composto da tre gruppi di strutture: inferiore, medio e superiore, collegati da passaggi a cupola a quattro archi chiamati localmente chartak.

Il museo Afrosiyob è dedicato alla storia della città dai tempi della conquista di Alessandro Magno.

Tra le varie stranezze spicca la tomba del profeta Daniele (V secolo a.C.), le cui spoglie sono state portate qui da Tamerlano dall’Iran, in segno di buon auspicio. Il suo sarcofago è lungo ben 18 metri. La leggenda narra che il corpo del profeta cresca un centimetro all’anno e il sarcofago deve essere continuamente allungato.

samarcanda 2L’osservatorio Ulugbek si trova di fronte all’area occupata dal museo memoriale di Ulugbek.  Una vera e propria opera d’ingegneria che ancora oggigiorno si sta studiando. Fu fatto costruire per ordine del governatore del tempo, Mirzo Ulugbek nel secolo XV, diventando il primo osservatorio dell’Est. Ulugbek, oltre ad essere governatore, fu un famoso astronomo e creò un sestante di 30 metri (3 piani d’altezza), per poter misurare la posizione delle stelle con la massima precisione possibile, e in questo modo disegnare mappe astronomiche con una precisione senza precedenti. Quest’osservatorio fu distrutto deliberatamente nel 1449 e i suoi resti non sarebbero stati riesumati fino al 1908. I lavori di restauro furono terminati nel 1964.

La leggenda narra che un giorno il grande Tamerlano, cavalcando il suo puledro nei dintorni di Samarcanda, si trovò in un prato con profumo di pesca e la vista di una fanciulla incredibilmente bella. Smontò da cavallo, s’inginocchiò davanti alla ragazza, la chiese in sposa e lei accettò. Tamerlano, per la felicità, ordinò la costruzione di Ishratkhona nel luogo dell’incontro: una casa di gioia e divertimenti.

Ma la storia non finisce qui: al termine della costruzione, Tamerlano era solito organizzarvi feste con molti ospiti e una di queste si tenne nel giorno in cui il nipote Ulugbek (astronomo e astrologo) aveva previsto la morte del nonno. Avuta la notizia, Ulugbek galoppò verso Ishratkhona e fece irruzione a cavallo e con la spada sguainata, ordinando a tutti i presenti di uscire. Tamerlano non aveva idea del motivo che portava il nipote a comportarsi con tanta impudenza ed era arrabbiato, ma tutti obbedirono e uscirono velocemente proprio prima che un terremoto facesse crollare il soffitto. Ulugbek aveva salvato la vita a Tamerlano e a tutti i suoi ospiti. In seguito Ishratkhona fu utilizzato quale sepolcro per i bambini e le donne della dinastia di Tamerlano.

 

shakhrisabzShakhrisabz

La “città verde”, diede i natali a Tamerlano, che vi fece costruire una reggia ineguagliabile alta quasi 70 metri. Nel XVI secolo l’emiro di Bukhara Abdullah Khan II rase al suolo la città e buona parte della reggia a causa di un impeto di rabbia: l’imponenza della reggia vista da lontano, aveva infatti ingannato il conquistatore, convinto di essere ormai nelle vicinanze della città. Egli spinse il cavallo al galoppo nella certezza di arrivare in breve tempo e invece, il cavallo purtroppo morì nello sforzo, e il cavaliere decise di vendicarsi distruggendo proprio la reggia che lo aveva “ingannato”. Ora del “palazzo bianco” rimangono i resti di due torri alte 36 metri, e una scritta di Tamerlano che recita: “Se metti in dubbio la nostra potenza, guarda i nostri edifici”.

 

tamerlanoTashkent

La capitale dell’Uzbekistan. Poco rimane del suo passato a causa di un terremoto che la distrusse nel 1966 e soprattutto dalla realizzazione in epoca sovietica di un piano urbanistico elaborato fin dal 1916. Il risultato è che la Tashkent odierna ha la fisionomia tipica di una città dell’Europa orientale, con monumentali edifici amministrativi, immensi parchi ed enormi condomini-dormitori che rimandano inevitabilmente agli anni del regime staliniano. Independence Square è la piazza più grande della città e sembra quasi un parco, con diversi monumenti e fontane e piena di aiuole fiorite.

Interessante una visita al museo di arti applicate, ricavato da una casa nobiliare, raccoglie ceramiche, strumenti musicali, gioielli e tessuti.

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