Australia: dalle spiagge del west al cuore rosso dell’outback, dalle giungle del Kakadu alla foresta pluviale, dalla più grande barriera corallina del globo, alle spiagge di Sydney, in un susseguirsi di emozioni e di situazioni affascinanti, con lo spirito avventuroso  e sognante dei primi pionieri alla ricerca del non facile contatto coi nativi. Non pensavo certo di “scoprire” l’Australia in 20 giorni, se non altro per le grandi distanze tra un luogo e l’altro, però ciò che mi interessava l’ho visto!

Il mio viaggio inizia a Perth una bella e moderna città della costa occidentale, un po’ francesizzante alla foce dello Swan river che si trova a poca distanza dal Nambung N.P. più  conosciuto come: la spiaggia dei “pinnacoli”. Con un po’ di fantasia guardando questa miriade di colonnine di travertino sembra di vedere un esercito in marcia, una scena davvero impressionante.

Dopo un paio di giorni mi dirigo verso il cuore dell’outback per ammirare i suggestivi tramonti  sull’Ayers Rock (Uluru per i nativi che gli attribuiscono valenze divine), il grande monolito traforato di grotte scolpite e dipinte dagli aborigeni nei secoli. Nei dintorni (si fa per dire!) vado a fotografare i monti Olga, una serie di colline dalle forme più disparate modellate da secoli di erosione. Passo da Alice spring un piccolo sperduto nel nulla. Poi mi sposto nel Kings canyon, una bellezza naturale che i locali hanno attrezzato di scale e scalette in legno, snaturandone la bellezza selvaggia.

Da qui volo a Darwin, capitale del Northern Territory che sorge sulle coste del Mare di Timor. Qui, l’aviazione giapponese, nella primavera del ’45, effettuò una settantina di raid, bombardando la città e facendo un discreto numero di vittime. Visito la foresta pluviale e cerco di entrare nella Terra di Arnhem per incontrare gli aborigeni che ci vivono. Non ci sono riuscito perché occorre una pletora di autorizzazioni ma ho potuto visitare un piccolo villaggio di gente accogliente e simpatica. (cosa non facile per gli australiani). Eccomi al Kakadu N.P. che trovo interessante sia per l’ambiente che per la fauna molto variegata. Dopo la visita delle grotte di Nourlangie rock e Ubiri che custodiscono interessanti pitture rupestri sacre alla tribù dei Bunitj, navigo sulle Yellow water, una via d’acqua che attraversa il parco offrendo l’opportunità di ammirarne gli angoli più suggestivi. La foresta pluviale è lussureggiante: felci arboree, ficus, ninfee, fiori dai nomi esotici e dai colori sgargianti ricoprono le sponde. Uccelli dai piumaggi variopinti lanciano messaggi coi loro strilli canori: kookaburra, pellicani, gallinelle d’acqua, aquile pescatrici, cormorani, sono solo alcune delle specie che occupano questa oasi di natura protetta. Nell’acqua, nuota agile il barramundi, un corpulento e saporito pesce locale e molte altre specie di pesci tropicali. Di tanto in tanto, sagome poco rassicuranti di grossi sauri, scivolano silenziose dalle sponde, immergendosi lentamente a caccia di prede. Due sono le specie dei coccodrilli del Kakadu: quelli d’acqua dolce, che raggiungono i cinque metri, e quelli d’acqua salata, che arrivano a sette/otto metri, autentici mostri antidiluviani. Pur sentendomi al sicuro sulla barca, sporgendomi per fotografare,avverto un lieve senso d’inquietudine sapendo che,i coccodrilli, sono ottimi saltatori e, se occorre, possono catturare volatili o altri animali. Infine passo alle Katherine Gorge, una spaccatura tra due catene rocciose tra le quali scorre un fiume che i turisti navigano sulle canoe, per gli amanti della natura, questo è un vero eden come lo fu per Darwin.

Ultima tappa del mio viaggio è la grande barriera corallina, una muraglia lunga dalle Alpi al Nord Africa! Di buon mattino, mi imbarco su un veloce catamarano che da Port Douglas fa rotta sulla barriera. Quando non ci sono i monsoni, centinaia di persone ogni giorno raggiungono questa zona protetta per fare snorkeling. Un paradiso per i sub.

Infine che dire di Sydney una fantastica metropoli moderna piena di bei palazzi e negozi di ogni tipo. La sua opera house che sembra galleggiare sulla baia dove centinaia di vele di ogni dimensione spaziano per ogni dove. Del resto qui non è passata la storia, tutto si riferisce a qualche secolo fa cioè ieri! Buon viaggio in Australia con le immagini! firma-walter-porzio

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