Nonostante i miei tre viaggi effettuati in Birmania, non posso dire di conoscerla come vorrei. Fino a poco tempo fa, molte zone erano chiuse al turismo. Ora che la dittatura sembra finita, spero in futuro di visitare quello che mi manca.

Il nome dello Stato birmano deriva da Bama e Myanma che sono due toponimi linguistiche locali usati dalle etnie locali. La storia del Paese dice che, i Mon siano stati tra i primi a colonizzare le sponde del fiume Irawaddy già nel I° secolo A.C. Successivamente vi furono varie invasioni di popolazioni limitrofe come i cinesi dello Yunnan, i Pyu e altri. Infine nel IX° secolo arrivarono i Bama provenienti dal Tibet che diedero vita al potente Regno di Bagan riconosciuto anche come il primo Regno Birmano. Poi arrivarono i Mongoli di Kublay Khan e così via.

Oggi, con i suoi 50 milioni di abitanti sparsi su un area doppia di quella italiana, vive un popolo docile e gentile tanto da rendere un viaggio da quelle parti assolutamente soft e, malgrado l’evidente povertà della gente, la delinquenza è limitatissima. Il Paese confina ad ovest con India e Bangladesh, a nord-est con la Cina e a est con Laos e Thailandia.

Le meraviglie da vedere sono moltissime, dalla Pagoda d’oro di Yangoon (una delle meraviglie del mondo) agli orti galleggianti del lago Inle, ai Palazzi Reali di Mandalay, alla piana di Bagan, dove centinaia di stupa e monumenti vari affascinano anche il più colto e smaliziato dei visitatori. Il Tripitaka di Pindaya, la Grande campana di Mingun, la stupa sulla roccia d’oro di Kyaitikyo, Taunggyi, il centro religioso di Sagaing.

Insomma, un Paese fantastico sotto ogni aspetto. Se poi si ha la fortuna di capitare durante una funzione religiosa del Buddhismo Theravada sul lago Inle o durante la festa del Loy Kratong, si assisterà a scene di costume meravigliose che superano ogni più fervida fantasia. Ad ogni modo in attesa che tutto il Paese venga aperto ai visitatori, (in particolare le regioni del Nord) già ciò che si può visitare riempie alla grande anche un viaggio di 2 settimane.

Come al solito nei miei reportage non ho lo spazio di cui avrei bisogno per descrivere doviziosamente tutto il mio ultimo viaggio da queste parti. Per cui, mi limito a segnalare solo alcuni aspetti che stavolta sono più orientati al popolo che ai suoi stupendi e molteplici monumenti. Quindi preparatevi a guardare immagini che descrivono la vita quotidiana piuttosto che le vestigia della loro storia.

Fra le mie numerose conoscenze di viaggiatori, non ho mai sentito note deludenti o insoddisfatte. Anche perché ora, rispetto a qualche decennio scorso, le sistemazioni alberghiere e i mezzi di spostamento sul territorio sono nettamente migliorate.

Buon viaggio!

firma walter porzio

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