L’ultima volta che ho visitato quello stupendo Paese che è il Portogallo, decisi che sarei tornato a Oporto per risalire in barca il fiume Douro seguendo il suo corso naturale che attraversa la catena montuosa tra il Portogallo e la Spagna. Acquisiti i dovuti consigli dalla mia amica Elsa della Tourlux, ho deciso di partire nel periodo della vendemmia dei vitigni che producono il vino Porto. Per mia fortuna, ho usufruito di un tempo splendido che mi ha accompagnato per tutto il viaggio. Dopo la visita a quella splendida città, che gli antichi romani chiamavano “O-porto” convertita poi dai lusitani in “Porto” e che oggi ospita circa 250 mila abitanti, ho deciso di risalire il corso del fiume Douro dalla foce sino a dove è navigabile. Partito in macchina ho costeggiato, per lunghi tratti, il fiume sino alla cittadina di Peso da Regua, da dove, il giorno successivo, mi sono imbarcato su un piccolo battello fluviale col quale ho raggiunto il paesino di Barca d’Alva, dove ho dovuto riprendere l’auto perché da qui il fiume non è più navigabile. Il percorso è durato circa 6/7 ore ed è stato bellissimo e rilassante. Il Douro serpeggia lentamente tra dolci colline “ricamate”dai vigneti sulle cui vette (quasi sempre) sorgono le fattorie dette: “Quinta”, che si occupano del processo produttivo del vino “Porto” famosissimo in tutto il mondo. Lungo il percorso ho fatto una sosta per visitare la “Quinta do seixo”di proprietà della ditta Sandeman, una delle marche più conosciute. Qui, oltre alle spiegazioni della guida locale, ho potuto vedere i vari processi di lavorazione, dalla vendemmia alla spremitura coi robot e le botti dove il prezioso “nettare” viene conservato per la stagionatura, infine ho potuto sorseggiare un paio di qualità del gustoso vino. Dopo di che, ho ripreso la navigazione. Pensate che per arrivare sino a Barca d’Alva, si devono superare 4/5 chiuse alte circa 30 metri cadauna in quanto si devono risalire le pendici inferiori della Cordigliera Cantabrica. Una volta sbarcato ho proseguito sino a Miranda do Douro. Un paese di circa 9 mila abitanti situato a 670 metri di altitudine, di incredibile bellezza che sorge su un promontorio nel distretto di Braganza (il più orientale del Portogallo), che domina la valle del fiume nella regione di “Tras os Montes”. Le antiche mura della cittadina, di cui sono rimasti alcuni tratti, custodiscono case del XV secolo quando fu sede vescovile. Passate un paio d’ore a visitare questa meraviglia che, oltre all’impressionante vista dall’alto del corso del Douro che qui forma gole profonde incastrate tra pareti di granito, possiede anche qualche pregevole monumento. Uno su tutti la Cattedrale di S. Maria del XVI secolo con la classica facciata fiancheggiata da due torri, il Museo etnografico “Terra de Miranda”, l’antica sede comunale e alcune case d’epoca. Il giorno successivo mi sono imbarcato nuovamente per una mini-crociera sull’alto corso del fiume che percorre il Parco Naturale Internazionale (perché a ovest c’è il Portogallo e a est la Spagna) istituito nel 1998 e protetto dall’UNESCO. Nelle pareti rocciose vi sono grotte, alcune delle quali custodiscono graffiti preistorici. Dopo un paio d’ore di navigazione tra andata e ritorno, passate ad osservare la natura selvaggia del luogo, sono ritornato a Miranda, dove ho assistito ad una piccola esibizione di rapaci che, guidati dai loro addestratori, si sono esibiti in particolari evoluzioni aeree. Qui finisce la mia “esplorazione” della parte alta del Douro, un’esperienza davvero entusiasmante che ancora una volta conferma l’esistenza di cose belle e interessanti a portata di mano senza dover superare oceani o cambiare continenti. Buona visione.