Corea del Nord – Nessun altro se non Sylvie avrebbe conservato l’aplomb di fronte alla più strana delle mie richieste, dopo aver organizzato per me viaggi perfettamente personalizzati nei Paesi più interessanti dell’Asia. La mia passione, questa volta mi ha predisposto quello che molti non crederebbero nemmeno possibile, un tour tra Pyongyang e le regioni meno note del Paese che tanto occupa la cronaca dei mass media globali con quotidiani toni allarmistici.

Descrivendo nel modo più fedele possibile quello che ho sperimentato di persona, ho potuto assumere un punto di vista diverso da quello comune in Occidente. Soprattutto per mostrare il lato umano di una popolazione umile, gentile che non merita l’ostracismo internazionale che la affligge. Di problemi ne hanno a sufficienza, ma ad onor del vero sono evidenti anche gli elementi recenti di miglioramento. Le tradizioni, la composizione etnica, la cucina, l’ambiente naturale possono ricordare quelli della confinante Corea del Sud. Ma il livello economico non è neppure confrontabile. Mentre la seconda è al livello del Giappone ed è leader mondiale in diversi settori, la prima combatte giorno per giorno per uscire dalla povertà. E fuori dalle grandi città condivide con altri Paesi del Sud Est asiatico l’arcaico stile di vita rurale. Di tutto ciò i nordcoreani non sono troppo consapevoli, a causa della censura che li isola in modo quasi impermeabile dal resto del mondo.

E qui si trova l’interesse di un viaggio di questo tipo: si ha l’impressione di essere trasportati indietro nel tempo e nello spazio nell’Unione Sovietica di qualche decennio fa, con un sistema socialista applicato rigidamente in un Paese che, va ricordato, tecnicamente non è in pace, perché l’ultimo trattato valido è quello del 1953, che concluse la Guerra di Corea con un armistizio.

Mi sono inchinato alle statue dei presidenti, ho toccato reperti bellici, ho pranzato e cantato con la popolazione locale, bevuto birra con loro. Girato per Pyongyang ammirando i suoi nuovi grattacieli e le sue strade semivuote, raggiunto la vetta del mitico monte all’origine di leggende e Storia coreana. E poi ancora ho sorvolato la capitale con mezzi militari russi, assistito ai cori patriottici, condiviso momenti divertenti con bambini e adulti, ammirato l’ordine e la disciplina. Provato imbarazzo qualche volta, rendendomi conto della differenza tra quanto so io del resto del mondo e quanto ne sanno loro. E della differenza tra i nostri stili di vita. Ma sono anche stato testimone della loro umanità, delle loro speranze di pace e di un futuro sereno.

Qualche mia fotografia potrà aiutare ad avere un’idea del mondo incredibile in cui ho avuto la fortuna di viaggiare. Ma per partecipare davvero e comprendere quello che un semplice ma attento viaggiatore possa avere provato in Corea del Nord vi consiglio la lettura del libro. Prometto che non vi annoierà!

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Una birra in Corea del Nord

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